Avellino

Le recenti elezioni dell’Ordine degli Architetti della provincia di Avellino si sono chiuse con un dato che fa riflettere: 702 votanti nel 2025, contro quasi 1000 del 2021. Un calo netto, che sfiora quasi il 30%. Ne parliamo con Giovanni Preziosi, uno dei quattro consiglieri che hanno recentemente rassegnato le dimissioni con una lettera aperta destinata agli iscritti.

Architetto Preziosi, cosa le suggerisce questo drastico calo della partecipazione?
Mi colpisce, ma non mi sorprende. È un campanello d’allarme che dovrebbe risuonare forte. Quando quasi un terzo degli iscritti decide di non votare, il messaggio è chiaro: c’è sfiducia. È il segnale che l’Ordine deve tornare ad ascoltare, deve tornare a essere percepito come una casa per tutti e non per pochi.

Lei fu eletto nel 2021, quando l’affluenza era decisamente più alta. Cosa è cambiato?
In quell’occasione c’era entusiasmo, voglia di rinnovamento. I 979 voti furono anche espressione di un consenso diffuso verso una visione nuova dell’Ordine. Oggi, purtroppo, registriamo una discesa che ha il sapore di una delusione collettiva. È come se in tanti avessero rinunciato a credere che il loro voto potesse davvero contare.

C’è un legame tra questo calo e le vostre dimissioni?
Assolutamente sì. Le nostre dimissioni sono arrivate dopo ripetute richieste di maggiore trasparenza e coinvolgimento nelle scelte strategiche. Non ci sono state risposte all’altezza. Se si chiude il dialogo all’interno, si spegne anche la partecipazione all’esterno. Inoltre, è evidente che oggi si è affermato un modello che sembra privilegiare la continuità interna a pochi, anche attraverso legami personali e familiari con chi ha già guidato o fatto parte del Consiglio in passato. Questo rischia di consolidare dinamiche poco rappresentative dell’intera categoria.

A cosa si riferisce con “legami personali e familiari”?
Mi riferisco, senza voler sollevare polemiche, alla presenza – nel nuovo Consiglio – di figure che risultano strettamente legate ad ex membri di rilievo. Parliamo di familiari diretti di ex presidenti o di consiglieri uscenti, alcuni dei quali avevano già ricoperto ruoli istituzionali prima del 2021. È legittimo, certo, ma pone una questione di opportunità e di percezione. È fondamentale che l’Ordine appaia – e sia – aperto davvero a tutti, senza rendere la rappresentanza una questione di successione.

C’è qualcosa che colpisce particolarmente in questa continuità?
Sì, c’è una curiosità che è anche un fatto: l’attuale primo eletto e futuro presidente dell’Ordine ha ottenuto nel 2025 lo stesso numero di voti che io ricevetti nel 2021, quando risultai quarto eletto. Questo dato, apparentemente secondario, fotografa perfettamente il calo della partecipazione e il cambio di clima: numeri identici in contesti profondamente diversi. E questo deve far riflettere sull’effettiva rappresentatività.

Qual è allora la sua proposta?
Tornare alla base. Ripartire dai colleghi, da un confronto aperto, dalla condivisione delle informazioni e dei progetti. L’Ordine deve essere una casa di vetro, non un palazzo chiuso. Solo così potremo invertire la rotta e ricostruire fiducia. Non è troppo tardi per cambiare. Ma bisogna avere il coraggio di rimettere al centro gli iscritti. L’appello dell’architetto Giovanni Preziosi non è isolato: con lui, anche gli architetti Giuseppe Nardiello, Carmine Tomeo e Silvia Di Iorio hanno scelto di dimettersi dal Consiglio per segnalare criticità e chiedere un cambio di rotta. Nella loro lettera aperta agli iscritti, hanno parlato con chiarezza di trasparenza, partecipazione e inclusione come chiavi per restituire autorevolezza all’Ordine. Pur nella distanza dalle recenti scelte, non posso che augurare ai nuovi colleghi consiglieri un lavoro proficuo e sereno. Il mio auspicio – e quello che condivido con Giuseppe Nardiello, Carmine Tomeo e Silvia Di Iorio – è che il Consiglio sappia cogliere l’occasione per avviare un percorso più aperto, trasparente e partecipato, nel rispetto del mandato ricevuto da tutta la comunità degli architetti irpini. Il nostro gesto non è stato un passo indietro, ma un invito ad andare avanti, tutti insieme, con spirito costruttivo. Perché il futuro dell’Ordine appartiene a chi saprà ascoltare, coinvolgere e rappresentare davvero.

Per la cronaca, ecco gli eletti per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine:

1 DE MAIO VINCENZO 578
2 TRIVELLI ALESSANDRA 463
3 SAMPIETRO EVELIN 457
4 PETECCA ISABELLA 444
5 DE VITO DOLORES 441
6 D’AMATO VINCENZO 437
7 PETRUZZO VALERIA 410
8 PETRIELLO (SEZ B) FABRIZIO 374
9 ALETTA LUCIANO 367
10 GUARINO GIANFRANCO 365
11 GUARDABASCIO ENEA 344
12 IANNACCONE AMABILE 129
13 BATTISTA LUCA 122
14 MAZZONE FRANCESCO 59
15 RICCIO ANTONIO 50
Schede bianche N° 13