Si chiude con la revoca della concessione la lunga vicenda del centro sportivo Anthares di Giugliano. Dopo inchieste giudiziarie e abusi edilizi, il dirigente comunale agli Impianti Sportivi, Domenico D’Alterio, ha firmato il provvedimento che impone ai concessionari di lasciare la struttura. Affidata nel 2019 per la gestione di campi da tennis, l’area dovrà essere riaffidata tramite un nuovo bando pubblico.
Abusi edilizi e mancata rimozione
Tutto ha inizio nel 2022, quando un sopralluogo della polizia municipale porta alla luce numerosi abusi edilizi. Vengono scoperti campi da padel non autorizzati, dehors, una cucina e un forno in muratura, elementi non previsti dall’affidamento originario. Nonostante gli ordini di rimozione imposti dal Comune, non tutti gli abusi vengono sanati. Al contrario, le nuove attività abusive vengono persino pubblicizzate con un’insegna esterna, aggravando la posizione dei concessionari.
Il provvedimento di revoca
A inizio 2024 viene avviata la procedura di revoca della concessione. La società che gestiva l’impianto ha presentato delle controdeduzioni, ma per il dirigente comunale le contestazioni restano fondate. Nel provvedimento si evidenzia come "sussistano tutti gli elementi a sostegno della revoca", obbligando inoltre il concessionario alla rimozione totale degli abusi entro il 14 aprile 2025, pena l’avvio di un’azione per il risarcimento danni.
L’inchiesta giudiziaria e gli arresti
Oltre ai problemi amministrativi, il centro sportivo è stato coinvolto in un'inchiesta giudiziaria che ha portato agli arresti domiciliari l’ex consigliere comunale Paolo Liccardo e l’ex dirigente alle Politiche sociali del Comune, Giuseppe De Rosa. I due sono stati accusati di tentata estorsione nei confronti del concessionario, che li ha denunciati alla Guardia di Finanza per una presunta richiesta di denaro in cambio della “sanatoria” degli abusi edilizi.
Le polemiche sull’affidamento
L’Anthares era già stato al centro delle polemiche al momento dell’affidamento, poiché il canone di concessione stabilito dal Comune era stato ritenuto troppo basso: appena 400 euro al mese. Oggi, a pagare le conseguenze della vicenda è la cittadinanza, che perde temporaneamente un impianto sportivo che avrebbe potuto rappresentare un punto di riferimento per lo sport locale.