"La sicurezza delle madri e dei neonati al centro della discussione: è ormai chiaro che i punti nascita con meno di 500 parti annui non sono in grado di garantire le migliori condizioni di assistenza. I dati scientifici confermano questa realtà, con una riduzione significativa della mortalità materna e neonatale nelle strutture che rispettano gli standard organizzativi e di formazione adeguati". Lo afferma in una nota Mario Polichetti, responsabile nazionale del dipartimento Sanità per l'Udc. "Bisogna applicare una regolamentazione che prevede la chiusura dei punti nascita con numeri troppo bassi è la scelta giusta per ridurre la mortalità materna e garantire assistenza sicura per tutte le donne, anche nelle aree più difficili. Non è un'idea teorica, ma una strada concreta, supportata dai numeri".
"Dal 2011 al 2019, in Italia la mortalità materna è passata da 11 a 8,3 decessi ogni 100mila nati vivi, grazie alle nuove regolamentazioni. La situazione però resta variabile a livello geografico, con il Sud che segna ancora i tassi più alti: 10,5 decessi ogni 100 mila nati vivi. Eppure, proprio dove i punti nascita sono sotto i 500 parti annui, la mortalità perinatale risulta ben più alta. In queste strutture, le difficoltà logistiche e la carenza di medici ostetrici e ginecologi rendono complicata la gestione delle emergenze, riducendo la preparazione continua degli operatori", prosegue Polichetti.
"Abbiamo bisogno di punti nascita organizzati, con personale preparato e risorse economiche adeguate. Solo così possiamo davvero garantire sicurezza alle mamme e ai bambini", aggiunge Polichetti. “Non stiamo parlando di slogan o idee improvvisate, ma di dati concreti che dimostrano come una gestione razionale dei punti nascita possa fare la differenza. La chiusura di strutture a bassa attività non è solo una questione di numeri, ma di protezione della vita umana."
Punti nascita, Polichetti: "Servono strutture organizzate e personale idoneo"

"Dal 2011 al 2019 la mortalità materna è calata, ma nei piccoli punti nascita resta un rischio"

Filippo Notari