La società di recupero crediti che attiva un'azione giudiziaria contro un consumatore, per recuperare un credito, ha l’onere di fornire la prova della propria legittimazione attiva, in mancanza l'azione giudiziaria è nulla ed il debito cancellato.
Lo riporta anche una delle ultime sentenze, la numero 3460/2024 del Tribunale Civile di Nola, dell'associazione dei consumatori “Difesa Consumatori e Contribuenti” che per la famiglia di un consumatore, difesa dall'avvocato Cristiano Ceriello responsabile legale dell'associazione dei consumatore.
Tanti consumatori, spiega Ceriello, ricevono richieste di pagamenti da parte di società di recupero che hanno acquistato i crediti spesso da altre società ancora, acquistate da altre finanziarie ancora, spesso per finanziamenti o prodotto bancario-finanziari i cui interessi moratori hanno fatto raddoppiare o triplicare il debito.
Eppure non basta vantare il credito da parte della società di recupero crediti, presentare pubblicazioni di cessioni, il credito e il diritto al credito va provato, come riporta l'ultima sentenza quando le società “nulla provano, invero, in ordine al trasferimento del credito” il decreto ingiuntivo, l'azione di pignoramento ed il recupero del credito va annullato.
Buona notizia per i consumatori che però, come ricorda l'associazione dei consumatori con il suo presidente Pasquale Di Carluccio, non devono lasciare comunicazione e atti giudiziari nel cassetto ma contestarli per tempo. Purtroppo spesso conti correnti, stipendi, pensioni e case vengono pignorate per debiti che sarebbero potuti essere cancellati se ci si fosse mossi per tempo.