Nuova schiarita nella vicenda dei pozzi industriali solofrani. Il tar di Salerno, con sentenza depositata il ventotto settembre, si è infatti espresso accogliendo ricorso presentato dalla conceria Dmd, una delle aziende che si è dotata di un impianto a carboni attivi per abbattere la concentrazione di tetracloroetilene, avverso il provvedimento della Provincia di Avellino, ente competente in materia, con il quale è stato bloccato l'emungimento dai pozzi industriali a causa dei valori di tetracloroetilene. I giudici amministrativi nella sentenza hanno richiamato il “Decreto del fare” ed il decreto legislativo 152 del 2006 (Testo unico ambiente) evidenziando “la fondatezza delle articolazioni difensive con le quali si evidenzia che è consentita la prosecuzione dell’emungimento pur in presenza di un fenomeno di inquinamento per il superamento dei valori di concentrazione soglia di rischio, ancorché in relazione ad un solo parametro”. Secondo il tribunale amministrativo “il provvedimento impugnato nel disporre la sospensione ad horas dell’emungimento, risulta in contrasto con tale disciplina, tanto più che anche l’Istituto Superiore della Sanità, con parere n. 23502 del 9.7.2014, ha evidenziato che appare possibile l’emungimento delle acque dei pozzi anche a concentrazione di tetracloroetilene superiori al valore di 1,1 ug/L fino ad un limite di concentrazione di 10 ug/Lla”.
G.A.