"Dal momento che fu chiuso il 7 settembre di due anni fa, sono già trascorsi con oggi 510 giorni da quando il parco comunale Mascagna fu chiuso, mentre, per quanto riguarda la sua riapertura, l'ultima data indicata nel dicembre scorso era stata il 25 gennaio 2025. Invece alla vigilia di quest'ultima scadenza è arrivato l'ennesimo rinvio nella lunga quanto assurda telenovela, speriamo l'ultimo: adesso la riapertura è fissata per il prossimo 1° febbraio! ".
A tenere costantemente la contabilità dei giorni di chiusura, richiamando l'attenzione anche della magistratura sui gravi quanto, a tutt'oggi, ingiustificati ritardi nell’esecuzione dei lavori nel parco comunale, è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, che, tra l'atro, ha lanciato sulla piattaforma change org, una petizione con la richiesta delle dimissioni dell’assessore al verde del Comune di Napoli, Vincenzo Santagada, segnatamente a ragione delle vicende che hanno portato alla lunga quanto ingiustificata chiusura del parco comunale in questione, petizione che ha già ottenuto ben 840 sottoscrizioni.
"Va peraltro evidenziato - sottolinea Capodanno - che il tempo indicato per l'esecuzione dei lavori, dopo il subentro della nuova ditta, era di 100 giorni. Dal momento che, nel cartello di cantiere si legge che l'inizio dei lavori, con la consegna delle chiavi del cantiere, è avvenuto il 4 settembre dell'anno scorso, i 100 giorni sono già scaduti da tempo.
Dopo oltre 500 giorni di chiusura, il sindaco Manfredi e l'assessore al verde Santagada, più che tagliare nastri dovrebbero chiedere scusa alle migliaia di residenti, soprattutto anziani e bambini accompagnati che, per quasi un anno e mezzo, sono stati privati dell’unico polmone di verde pubblico attrezzato presente nella vasta e densamente abitata area posta a confine tra i quartieri del Vomero e dell'Arenella.
Inoltre - aggiunge Capodanno - restano ancora senza risposte le tante domande che sulla vicenda sono state rivolte, in più occasioni, allo stesso assessore comunale al verde. Perché non sono stati mai resi noti i motivi per i quali la ditta aggiudicataria, dopo aver abbattuto 23 alberi, ha rinunciato a proseguire i lavori agli inizi del mese di luglio? Perché si sono cumulati altri ritardi nell'individuare la nuova ditta alla quale assegnare l'appalto, quando bisognava semplicemente scorrere la graduatoria? Come è stato determinato il nuovo importo dei lavori, visto che una parte delle somme stanziate originariamente sarà stata presumibilmente già pagata per i lavori eseguiti? Come si giustifica che, per un'area a verde di modesta entità, sia occorso tanto tempo e tanti soldi, si legge di una spesa complessiva di 600mila euro, per una riqualificazione che era stata programmata da tempo, con tanto di progetto esecutivo?"
Domande per rispondere alle quali sollecitiamo ancora una volta un'indagine da parte della Magistratura inquirente.