Sei persone in carcere, una ai domiciliari e dieci interdizioni oltre al sequestro di beni per ben 30 milioni di euro. Sono i numeri della maxi operazione coordinata dalla Dda di Firenze fra Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto, Campania e Calabria.
L'indagine, condotta da Polizia e Guardia di finanza, ha interessato gli investimenti della camorra campana in Toscana ed in Emilia Romagna.
Emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio, associazione per delinquere le accuse contestate - a vario titolo - agli indagati. Nel mirino quella che per gli investigatori è una vera e propria "consorteria criminale" che dalla Campania investiva in una serie di attività.
Le indagini sono partite dopo le verifiche su un commercialista di Torre del Greco con studi a Torre Annunziata e Poggibonsi, nel senese. Appurati rapporti consolidati con elementi considerati vicini ai clan di camorra: al setaccio numerose aziende, quasi tutte specializzate nella lavorazione delle carni.
Un gruppo imprenditoriale di stampo delinquenziale che poteva contare su una rete di circa 600 dipendenti (quasi tutti stranieri e campani), impiegati come manodopera.