Dopo anni di sofferenza e peripezie, Bansumana Gindeh, 36enne originario del Gambia, ha finalmente trovato la sua strada in Italia, dove ha trasformato una vita segnata dalla schiavitù e dal carcere in un'opportunità di riscatto attraverso il lavoro. La sua storia, che ha inizio nel 2016, racconta un viaggio durato anni, attraversando Mauritania, Tunisia, Libia e l'Italia, per poi culminare a Portici, dove ha trovato accoglienza e sostegno grazie al progetto Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione), gestito da Arci Mediterraneo.
La sua esperienza è segnata da difficoltà enormi: prima la schiavitù e la prigionia in Libia, poi la sua fuga e il lungo cammino verso l'Italia, passando per Augusta e successivamente San Gennaro Vesuviano, dove ha ricevuto la prima accoglienza. Il vero cambiamento è avvenuto però a Portici, dove è stato accolto nel progetto Sai, che si occupa non solo di supporto legale, sanitario e formativo, ma anche di inserimento lavorativo.
Il cammino verso l'integrazione attraverso il lavoro
A Portici, Bansumana ha trovato persone che lo hanno aiutato a integrarsi nel mondo del lavoro, in particolare nel settore della ristorazione. Grazie a un programma dedicato all'inserimento lavorativo, ha svolto un tirocinio formativo come pizzaiolo, riconosciuto dalla Regione Campania, presso la storica pizzeria da Michele. Durante il tirocinio, ha dimostrato talento, superando brillantemente l'esame con la sua specialità, la "provola e pepe a ruota di carro", una pizza che è diventata il suo marchio di fabbrica. Oggi, lavora nella sede di Pompei della pizzeria, un passo importante nel suo percorso di crescita.
Vincenzo Cuomo, sindaco di Portici, ha parlato di Bansumana come di un esempio di inclusione, sottolineando l'importanza di modelli di accoglienza e valorizzazione delle diversità, che sono fondamentali per costruire una società più pacifica e coesa. "È solo con questi modelli che si raggiunge la vera inclusione", ha dichiarato il primo cittadino.
Un sogno che diventa realtà
Bansumana ha raccontato con emozione quanto ami il suo lavoro: "Mi piace stendere l'impasto, metterlo nel forno e vederlo sfornato", ha detto, spiegando che la pizzeria è diventata non solo un luogo di lavoro, ma anche una seconda casa. Il suo sogno è di rimanere a Portici e continuare a lavorare come pizzaiolo. "Oggi sono molto felice e ringrazio l'Arci e la pizzeria da Michele per questa opportunità", ha aggiunto, riconoscendo l'importanza di chi lo ha aiutato a crescere.
Francesco De Luca, amministratore dell'Antica Pizzeria da Michele in the World, ha evidenziato come l'inserimento di Bansumana faccia parte di un progetto più ampio che punta non solo a formare professionisti, ma a garantire un'integrazione duratura. "Non offriamo semplicemente un lavoro, ma un progetto di vita", ha detto, confermando che Bansumana continuerà il suo percorso di formazione e, se le opportunità lo permetteranno, potrà restare in Campania o, in alternativa, lavorare in una delle pizzerie da Michele all'estero.
Oggi, Bansumana rappresenta un esempio di come il lavoro e l'integrazione possano diventare strumenti di riscatto e cambiamento. La sua storia è un messaggio di speranza per molti migranti, che attraverso la dignità del lavoro e il sostegno delle comunità locali, possono superare le difficoltà del passato e costruire un futuro migliore.