Si è tenuta all’interno del Cantiere 167 di Scampia una conferenza stampa indetta dal Comitato Vele di Scampia a seguito delle dichiarazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni la scorsa settimana. A mezzo social infatti, la premier aveva attribuito all’esecutivo i “meriti” dello svuotamento delle Vele, in nome di «quello Stato al fianco dei cittadini onesti e non degli abusivi».

Una versione che non piace agli abitanti delle Vele, riuniti in quel Comitato che da quasi 40 anni su quel territorio si mobilita e combatte: «Qui non c’è nessun modello Caivano da esportare; qui ha vinto il “modello Scampia”, un modello che dal basso attraverso l’ascolto dei suoi figli e delle sue figlie ha imposto nel corso degli anni un ordine del giorno alle istituzioni» le parole di Omero Benfenati, storico portavoce dello stesso Comitato.

Un “j’accuse” dalle realtà del quartiere della periferia nord di Napoli: «La Meloni venga a vedere, al suo modello fatto di mortificazione noi contrapponiamo il nostro che dopo tante battaglie sta per arrivare a compimento», conclude Benfenati. A Scampia da anni si lotta anche per un lavoro con il Comitato Disoccupati Cantiere 167. Tuttavia ieri non si è parlato solo di Napoli; c’erano anche gli attivisti del “Quarticciolo ribelle”, reduci dall’assemblea convocata nel loro quartiere lo scorso weekend. Un affratellamento delle periferie che dal basso si autodeterminano e si rimodellano, dunque, quello andato in scena ieri al Cantiere 167, da cui ripartono le lotte dei quartieri.