Napoli

Avete presente Gregor Samsa? Che si sveglia al mattino nel proprio letto e si ritrova trasformato? Con sembianze totalmente differenti da quelle che aveva prima. Eppure non si stranisce, accetta questa Metamoforsi, comprende che fa parte dell’evoluzione del genere umano. Antonio Conte non è poi così diverso dal personaggio memorabile di Kafka, sa adattarsi alle nuove situazioni come pochi. Attenzione, questo è un passaggio fondamentale, non è finzione la sua, è profonda convinzione. È assoluta convinzione.

“Non abbiate dubbi, sarò sempre il primo  tifoso delle squadre che alleno” aveva dichiarato nei giorni del suo insediamento. Una promessa che ha mantenuto, in pochi mesi, fino ad arrivare all’apice di questa trasformazione: l’immagine di Conte col megafono, ad aizzare la folla in piena notte dal ritorno da Bergamo, è il simbolo plastico della sua nuova forma. Un’immagine potentissima, iconica, altamente evocativa per tutti i sostenitori del Napoli sparsi per il mondo, chiamati a raccolta da un nuovo trascinatore, un leader tecnico ed emotivo.

Conte è davvero il primo tifoso del Napoli, anche per un aspetto tutt’altro che secondario. Vuole vincere, è ossessionato dalla vittoria, al punto da non fare sconti a nessuno, nemmeno al suo presidente Aurelio De Laurentiis. Dopo la splendida vittoria di Bergamo, ha subito richiamato tutti all’ordine sul tema calciomercato: “Dentro un giovane? Non scherziamo, serve uno forte”. Messaggio chiaro e diretto, perchè da primo tifoso non è certo lasciare i sogni nel cassetto. Vuole vincere e, per farlo, è disposto a tutto. E chieda che anche la società lo sia. C’è una promessa da mantenere, una Metamoforsi da completare.