La storia ci insegna che una società, che sottovaluta i possibili effetti di “invasioni democratiche”, può subire conseguenze disastrose. L’esempio più importante è rappresentato dal Nord America. L’attuale territorio degli Stati Uniti apparteneva a moltissimi gruppi di indigeni. Molti film ci fecero conoscere la storia dei Pellerossa e il percorso che portò i “visi pallidi”, ad emarginarli e poi ad assorbirli.

Gli “immigrati” arrivati dal vecchio continente, un poco alla volta, diventarono, grazie alla loro civiltà e ai pistoleri, i padroni del territorio. Stessa sorte per le tribù del Sud America, che furono costrette dagli invasori democratici, provenienti dalla Spagna, a ritirarsi in zone difficili. Anche il Meridione Italiano è il risultato di distrazioni, che consentirono a molte culture di invaderlo. I popoli hanno considerato invasioni solo quelle che avvenivano con le armi, mentre accoglievano quelle che apparivano utili alla loro economia, seminavano altre culture.

Nel secolo scorso, sotto l’influenza di invasioni considerate liberatorie (il 68 francese e i movimenti giovanili americani), sono maturate trasformazioni, che stanno emarginando ideali, religione, cultura, usi e costumi. Dopo gli anni ’70, iniziò un processo che ha provocato l’essiccamento di nobili valori, come il rispetto per i genitori e quello per le donne, mentre l’amicizia è stata sostituita dalla concorrenza. Negli ultimi decenni, sono aumentati gli assassini e i femminicidi.

Le nostre contrade sono diventate Far West, con i coltelli al posto delle pistole. Dal 2013 al 2022 ci sono stati 201 femminicidi. Dal 1° gennaio al 18 novembre 2024, i femminicidi sono stati 99. Nel 2024, a Roma e a Napoli, in 9 mesi, si sono verificati 8 reati al giorno. Il 28% dei femminicidi è stato compiuto dagli immigrati irregolari, che rappresentano l’1% della popolazione, mentre il 44% delle violenze è stato compiuto dagli stranieri, che rappresentano solo il 10% della popolazione. Questi dati dimostrano che la presenza degli immigrati fa aumentare la percentuale dei reati e anche dei femminicidi.

La storia ci fa sapere che anche gli italiani, emigrati in molti paesi del Sudamerica, specie in Venezuela, Perù e Colombia, per fuggire dalle cattive condizioni economiche e sociali italiane, diventarono padroni di territori, imponendo comportamenti figli della cultura italiana. Premetto che non condivido gli atteggiamenti razzisti e nemmeno quelli buonisti. I primi sono effetti dell’ignoranza, mentre i secondi sono effetti del lassismo culturale e dell’ignavia mentale. C’è un altro elemento da considerare, molti operatori economici cercano immigrati senza contratti di lavoro, per indebolire il potere dei lavoratori italiani e pagarli di meno. L’espressione che si usa è “O accetti o assumo immigrati”.

Secondo me, il fenomeno dell’immigrazione va giudicato dagli effetti sociali ed economici che può provocare. Per me, vanno accolti solo quelli che hanno un contratto di lavoro, ai quali vanno riconosciuti gli stessi diritti che hanno gli italiani. Non possiamo non valutare il comportamento degli immigrati e la loro integrazione con gli italiani e gli effetti sui vari aspetti dell’organizzazione sociale, come istruzione, religione, politica ed economia. E’ importante valutare anche il comportamento dei capi religiosi e il fatto che molti italiani si stanno convertendo all’Islam e che il numero delle Moschee aumenta.

Uno Stato deve radiografare la società per correggere eventuali deviazioni, perciò, non può non osservare il comportamento degli immigrati, specie di quelli arrivati illegalmente sul nostro territorio, diventano collaboratori della camorra o vanno ad aumentare il numero dei mendicanti e dei ladruncoli. Spero di non essere frainteso. Ho sempre pensato che essere difensore della democrazia, richiede severità, come sosteneva, Nenni. Il lassismo ha sempre fatto comodo ai movimenti di desiderosi di dittatura. La democrazia va curata con mentalità lungimirante e con azioni preventive.