Napoli

Dall'Atalanta all'Atalanta, da Lookman e Retegui, sempre loro, a Lookman e Retegui. Ed è curioso guardare a quante similitudini ci siano tra la partita di novembre e quella di ieri...seppur con un oceano di differenze in mezzo.
Veniva da cinque vittorie consecutive il Napoli di Conte all'epoca: partite bruttine ma solide, vedi contro Empoli e Lecce, con la capacità di soffrire insieme posta evidentemente a base della rinascita del gruppo, all'epoca (solo tre mesi fa) in fase sperimentale.


E la prodezza di Lookman, meraviglioso maghetto anglonigeriano contro il Napoli sempre in versione binario 9 e ¾, era bastata per mettere in discussione l'intero rehab contiano riconsegnando gli azzurri ai fantasmi della scorsa stagione, Retegui, pure lui baciato spesso dalla sorte quando opposto al Napoli, chiuse poi ogni discorso.
Ne emerse una narrazione, al solito degna dei geniali commenti del compianto professor Scoglio (quanto ci manca!) di una Dea irresistibile e ormai strafavorita per lo scudetto, modello opposto, quasi in uno schema guardiolismo vs cholismo, di un Napoli brutto e sparagnino, sporco e opportunista, miracolosamente e benevolmente su a dispetto della facciaccia ai limiti del presentabile ai piani altissimi.


Un girone dopo Lookman rifà Lookman, con la solita dose di magia mista a benevolenza divina tra carambole e traiettorie, Retegui invece fa Batistuta girandosi e sparando un sinistro nel sette che se rispolverasse in nazionale saremmo tutti assai contenti e l'Atalanta fa l'Atalanta. Il Napoli, invece, è un altra cosa: non si scioglie, non crolla, non si consegna all'avversaria famelica. Risponde colpo su colpo, mette intensità contro la squadra più intensa del campionato, le prende, sì, ma si rialza con la voglia di restituirle e darne una in più. E una in più ne dà, vincendo la partita, mettendosi a più sette sull'Atalanta forse tagliando fuori la squadra di Gasperini dalla lotta Scudetto, visto l'impegnativo cammino che avranno pure in Champions.


Altro Napoli? No, semplice evoluzione di un percorso peraltro anche abbastanza prevedibile al di fuori delle narrazioni di sopra: solite, tuttavia.
Un Napoli che va aiutato con innesti che ne esaltino le caratteristiche, ne riempiano i buchi che si sono creati, ne accompagnino velleità ieri impensabili e che sarebbe oggi delittuoso ignorare, o affidare, come accaduto in passato, al destino.
Accompagnare il Napoli, assieme a quei tremilacinquecento che ieri attendevano la squadra a Capodichino: all'aeroporto di Parigi, ad attendere il Psg campione di Francia nel 2023, ce n'erano tre. Di numero. Contati.