Soldi, pallone, parole. Si mischia davvero tutto nella vigilia caldissima di Atalanta-Napoli, crocevia di speranze tricolori e occasione di rivincita, da quel 0-3 casalingo che ancora brucia sulla pelle di Antonio Conte, uno allergico alla sconfitta pure se gioca a scopone in famiglia. Non sono stati giorni facili per il tecnico, che si è trovato a gestire la bomba mediatica del calciatore più mediatico della sua rosa. Il talento esotico di Khvicha Kvaratskhelia, il vento incontenibile dell’est che aveva soffiato dopo Trent’anni un vento da scudetto, ha scelto altro. Ha scelto altrove, Parigi per l’esattezza. E pure 11 milioni di euro a stagione, per parlare di soldi.
Così come aveva annunciato, con la massima trasparenza, la voglia di fare le valigie del georgiano prima della sfida al Verona, così Conte ha affrontato il fatto compiuto, con tanto di video d’addio già postato sui social e volo preso per la capitale transalpina, l’ufficiosità (in attesa dell’ufficialità) dell’addio di Kvara. “Abbiamo 47 punti grazie al lavoro, ora ci soffermiamo su Kvara, ma questo è un Napoli già diverso da quello dello scudetto”.
Antonio, punto e a capo. Sono in arrivo 75 milioni euro nelle casse di Aurelio De Laurentiis, tutti buoni motivi per assecondare la voglia di cambiare aria del classe 2001 e provare a soddisfare le nuove richieste di mercato di Conte. C’è Garnacho in cima alla lista dei desideri, l’esterno d’attacco che infiamma il desiderio dello staff tecnico. Come necessario dinanzi ad uno scossone tanto inatteso, la strategia comunicativa è stata glaciale e mirata: nessuno spazio ai rimorsi, chiudere ogni spiraglio dagli attacchi esterni e compattare il gruppo. Quel gruppo che ha portato in cascina già 47 punti, che va a Bergamo con la consapevolezza di giocarsi una fetta importante di tricolore. Soldi, pallone e parole: è il maledetto gennaio col mercato aperto e con tanti big match da giocarsi. Servono attribuiti e pelle dura, roba che appartiene senza ombra di dubbio al Sergente Antonio.