Il potere chavista in Venezuela si regge attualmente su un ristretto gruppo di individui, tra cui spicca il presidente Nicolás Maduro. In un momento critico, segnato dalla sua autoproclamazione a presidente nonostante il rifiuto della comunità internazionale, Maduro cerca di circondarsi dei più fedeli sostenitori. Tra questi, il procuratore generale Tarek William Saab, figura chiave nel panorama politico venezuelano.

Saab, con una lunga carriera alle spalle, è stato deputato, governatore dello stato di Anzoátegui e difensore civico, prima di assumere l'incarico di procuratore generale nel 2017. La sua nomina è avvenuta in un contesto di tensioni politiche, dopo la destituzione di Luisa Ortega Díaz, che aveva rotto con il chavismo. Saab è noto per la sua lealtà al governo e per il ruolo attivo nella repressione delle proteste antigovernative, con l'arresto di numerosi oppositori.

Il 16 gennaio 2025, durante il messaggio annuale alla nazione tenutosi al teatro Teresa Carreño, Maduro ha annunciato l'avvio di una riforma costituzionale, nominando Tarek William Saab a capo della Commissione Nazionale per la Riforma Costituzionale. Maduro ha elogiato l'esperienza di Saab come giurista e difensore dei diritti umani, sottolineando il suo coinvolgimento nella redazione della Costituzione del 1999 sotto la guida di Hugo Chávez. Ha dichiarato: "È moralmente ed eticamente qualificato, ha le conoscenze e farà un ottimo lavoro".

La portata dei cambiamenti proposti nella Magna Carta non è ancora chiara, ma Maduro ha affermato che l'obiettivo è "espandere la democrazia, definire il profilo della società da costruire e le basi della nuova economia". Ha aggiunto al gruppo di sostenitori figure come sua moglie Cilia Flores, la vicepresidente Delcy Rodríguez e l’avvocato Hernann Escarrá, un ex oppositore ora allineato con il chavismo.

In un momento di massima tensione, con Maduro delegittimato e il vincitore delle elezioni che assicura il suo ritorno a Caracas contando sull’appoggio degli Stati Uniti, il chavismo ricorre alle riforme costituzionali. Nel 2007, con il paese in fiamme per le proteste studentesche, Hugo Chávez tentò una riforma costituzionale che fu la sua prima grande sconfitta elettorale. Lì cercava di istituire il cosiddetto Stato comunale e di stabilire la rielezione a tempo indeterminato per garantire la permanenza al potere, una manovra che ha minato profondamente la democrazia.

Due anni dopo, attraverso un emendamento alla Costituzione, Chávez riuscì a garantire la rielezione indefinita dei funzionari in tutte le cariche elette dal popolo. Nel 2017, Maduro ha convocato un’Assemblea Nazionale Costituente che ha operato per due anni e mezzo senza riformare la Costituzione, emergendo come un contropotere al Parlamento conquistato dall’opposizione. In quell'occasione, Saab fu nominato procuratore generale, sostituendo Luisa Ortega Díaz.

La nuova iniziativa di riforma costituzionale solleva interrogativi sulla direzione futura del Venezuela e sulla solidità delle istituzioni democratiche nel paese. La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi, mentre il governo di Maduro continua a consolidare il suo potere attraverso cambiamenti strutturali e alleanze strategiche.