di Paola Iandolo
"Comunque alla fine nessuna sentenza mi darà mai di nuovo mio figlio". Il commento di Cinzia Tino, la madre di Roberto Bembo, il 21enne ucciso con sei coltellate il primo dell'anno del 2023 in un parcheggio di Torrette di Mercogliano, dopo la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Avellino. Sentenza che ha condannato a sedici anni e otto mesi l'esecutore materiale del delitto, Nico Iannuzzi, a sedici anni di reclusione Luca e Daniele Sciarrillo.
Cinzia va avanti e precisa: "per carità, rispetto alla prospettiva che mi ero fissata nella mia testa sicuramente è andata meglio di quanto mi aspettassi. Sicuramente mi sarei aspettata una differenziazione tra i tre imputati, nel senso che a Nico Iannuzzi hanno inflitto gli stessi anni di reclusione. Ci sono solo otto mesi di differenza". Cinzia chiarisce che sentenza gli restituirà suo figlio. "Ogni mattina mi alzo con lo stesso vuoto, nessuna sentenza nè di sedici anni, nè di diciotto o di venti anni, mi darà mio figlio".
"Dopo la sentenza pensavo di sentirmi meglio, ma non è così mi sento anche forse peggio. Sono stati momenti molto intensi. Non è stato certo facile per me sentire questi fatti di nuovo sempre le stesse storie sempre le stesse cose nel corso del processo. Essere presente al processo per me è stata un'esperienza molto forte. Parlare di tutto l’accaduto per me è stato un dolore atroce".
Cinzia ogni giorno indossa gli abiti di Roberto deceduto al Moscati di Avellino dopo dieci giorni di agonia. "Indosso ogni giorno qualcosa di mio figlio, per sentire il suo odore, per sentire la sua presenza e come se fosse sempre e ancora con me. Lo sento addosso". Ora il suo intento è stare accanto ai giovani. "Voglio organizzare incontri e iniziative in memoria di Roberto ma anche per lanciare un messaggio positivo ai giovani. un messaggio alla non violenza, al dialogo, voglio finalizzare in questo modo la mi aesistenza e questo dolore immane che mi porterò per sempre".