E' stato trovato e sequestrato materiale pornografico a casa della professoressa di sostegno di 37 anni arrestata ieri dai carabinieri, in provincia di Napoli.
La Procura di Torre Annunziata contesta alla donna, tra l'altro, la violenza sessuale, l'induzione al compimento di atti sessuali e la corruzione di minorenni, reati che la prof, da ieri nel carcere di Benevento, avrebbe commesso su sette ragazzi minori di 14 anni, in un locale chiamato "la saletta", in una scuola di Castellammare di Stabia, nel Napoletano. L'interrogatorio di garanzia della donna, assistita dal suo avvocato di fiducia, intanto, è previsto domani in carcere, alla presenza della pm Bianca Maria Colangelo e dei carabinieri di Castellammare.
Nel corso delle indagini sono stati ascoltati anche i colleghi d'istituto e tutti hanno negato di essere stati a conoscenza, all'epoca, dei presunti abusi. Per gli inquirenti i sette giovani coinvolti nella vicenda sarebbero stati vittima anche di maltrattamenti psicologici e morali: ricatti e minacce di bocciatura e di morte, soprattutto dopo la scoperta che alcuni avevano informato altri docenti del fatto che lei abusasse di loro in quella saletta in cui si proiettavano immagini e video pornografici.
Negli atti d'indagine figurano decine di screenshot, diversi file audio, dati trovati dalle mamme, ed estrapolati dalle chat presenti sui cellulari dei ragazzi. File oggetto di attente valutazioni da parte degli inquirenti. Tra i colleghi della docente indagata che sono stati ascoltati dai carabinieri e dai magistrati della Procura di Torre Annunziata, figura anche la vice preside la quale ha riferito una circostanza: uno degli insegnanti le avrebbe fatto sapere, dopo la sospensione di due ragazzini trovati a fumare con una sigaretta elettronica in bagno, di averne udito alcuni mentre parlavano di mettersi d'accordo per vendicarsi della prof indagata in quanto responsabile del provvedimento nei loro confronti. La vice preside ha inoltre detto che dopo avere saputo da una mamma dei video e delle chat si è rivolta alla prof per chiederle spiegazioni e che questa l'aveva rassicurata dicendo di avere subìto qualche mese la violazione del suo profilo Instagram e del cellulare. La vice preside è stata tra coloro che lo scorso 14 novembre subirono l'aggressione dei genitori, con la prof e il padre di quest'ultima, perché ritenuta colpevole di non avere preso provvedimenti sul caso. Un'aggressione scattata il giorno dopo la denuncia formalizzata da un gruppo di genitori e su cui le indagini vanno avanti: sarebbero stati anche già individuati alcuni di coloro che presero parte a quel pestaggio.