Condanne per complessivi 138 anni di reclusione. Le ha chieste il pm della Dda Luigi Landolfi per le nove persone che hanno scelto il rito abbreviato dopo essere rimaste coinvolte, nell'ottobre 2023, nell'inchiesta antiestorsione e antidroga della Dda e dei carabinieri di Montesarchio in Valle Caudina.
Le accuse a vario titolo: associazione per delinquere di stampo camorristico, associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti, danneggiamento, detenzione di materiale esplodente e di armi, con l’aggravante del metodo mafioso.
Queste, in particolare, le pene proposte: 20 anni a Vittorio Saturnino (avvocati Danilo Riccio e Marcello Severino), 68 anni, di Sant'Agata dei Goti, e Pietrantonio Morzillo (avvocati Vittorio Giaquinto e Stefania Fanello), 48 anni, di Moiano, 18 anni a Francesco Buono (avvocati Mauro Iodice e Alfonso Stravino), 32 anni, di Airola, 16 anni a Biagio Massaro, 31 anni, di Airola, 14 anni ad Alessandro Massaro, 30 anni, di Airola, 12 anni a Pasquale Massaro, 26 anni, di Airola – tutti assistiti dall'avvocato Stefano Sorrentino -, 14 anni a Francesco Pio Morzillo (avvocati Teresa Meccariello e Carla Maruzzelli), 23 anni, di Moiano, e Luca Truocchio (avvocato Marco Bernardo), 24 anni, di Moiano, 10 anni a Pasquale Napolitano (avvocato Mauro Iodice), 32 anni, di Airola.
A seguire gli interventi del legale di una parte civile e degli avvocati Giaquinto e Bernardo, poi il rinvio al 21 febbraio, con le arringhe degli altri difensori e la sentenza del Gup.
L'inchiesta, corroborata da intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, dalle immagini delle telecamere e dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ritine di aver complessivamente ricostruito le modalità operative del clan Pagnozzi e delle sue ramificazioni in Valle Caudina.