E’ stato il Vescovo Sergio Melillo dopo la preghiera di benedizione a tavola a dare il via al pranzo di Natale all’interno del carcere Campanello di Ariano Irpino insieme alla direttrice Marianna Adanti. A realizzarlo in tutta Italia chef stellati e cuochi dell’alta cucina in collaborazione con i detenuti.
In campo nel penitenziario arianese, anche i giovani del gruppo scout. E’ l’altra faccia del carcere, un pranzo d’amore all’insegna della solidarietà e della fratellanza. Ben 44 gli istituti coinvolti.
“Lo abbiamo già fatto in passato con la pubblica assistenza Vita - afferma lo chef dalle mani d’oro, Guglielmo Ventre - e questa volta con il team della Pignata. Una bellissima esperienza, carica di significati, per tutti noi un arricchimento interiore”.
“Nell’anno giubilare saremo chiamati a essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti”. Sono le parole di Papa Francesco, pronunciate lo scorso 9 maggio.
E rispondendo proprio all’esortazione del pontefice, si è concretizzata anche quest’anno, l’iniziativa di Natale più attesa e ambiziosa all’interno del sistema penitenziario. 1500 volontari sono entrati in oltre 40 Istituti penitenziari per condividere, con detenuti e detenute, un pranzo d’amore nel segno della solidarietà”.
“L’altra cucina… per un pranzo d’amore”: questo il nome dell’iniziativa promossa dalle associazioni prison fellowship Italia onlus, rinnovamento nello spirito santo e fondazione alleanza del Rns, con il patrocinio del ministero della giustizia.
In Campania hanno aderito gli istituti penitenziari di Ariano Irpino, Pozzuoli, Secondigliano, Nisida minorile, Salerno, Avellino, Santa Maria Capua Vetere e Airola.
Una bella pagina distensiva, in un momento particolarmente critico del sistema carcerario italiano, che sa di speranza, a cinque giorni dal Natale.