Avellino

di Paola Iandolo 

Oltre mille le aziende della provincia di Avellino che potrebbero essere potenzialmente controllate o collegate alle organizzazioni criminali. A sostenerlo uno studio della Cgia di Mestre (Associazione artigiani e piccole imprese), che colloca l'Irpinia al 33esimo posto nazionale su 105 province prese in esame. Il dossier dell'associazione stima che siano 1.011 realtà imprenditoriali attive sul territorio irpino sono potenzialmente connesse a contesti di criminalità organizzata su un totale di imprese presenti pari a 36.539. Una percentuale che oscilla tra il 2% e 3%.La provincia di Avellino conta più aziende a rischio di altre realtà del Sud considerate calde: Crotone, Agrigento, Siracusa, Ragusa, Brindisi. L'indagine della Cgia di Mestre analizza anche il dato sulle denunce per estorsioni ai danni delle imprese che si sono registrate nel 2023. Numeri che sono stati messi a confronto con quelli del 2013. In questo caso, l'Irpinia si colloca agli ultimi posti nazionali. È alla 96esima posizione. Lo scorso anno sono state presentate 61 denunce per estorsione in provincia di Avellino, contro le 59 di dieci anni prima. La crescita è quasi impercettibile, a differenza di quanto avvenuto un po' dappertutto a livello nazionale. La tendenza, infatti, è in crescita. Solo in nove province in Italia si ha una diminuzione. A livello regionale, schizza il Sannio che è quarto nella penisola. Fa segnare un incremento di denunce del 278,6%, passando dalle 14 del 2013 alle 53 dello scorso anno

Nel resto della  Campania 
A fare peggio dell'Irpinia ben tre province, che figurano nella top ten nazionale. Quella di Napoli è in testa alla classifica italiana con 18.430 imprese potenzialmente connesse a contesti di criminalità organizzata, quasi il 7% delle aziende presenti su quel territorio. Quarto posto per Terra di Lavoro: 5.873 realtà in odor di mafia (6-7% del totale). Settima posizione per la provincia di Salerno con 3.862 imprese (3-4%). Molto più giù in classifica e dietro all'Irpinia, c'è il Sannio che si colloca alla 44esima casella (807 aziende potenzialmente vicine alla criminalità per una percentuale tra il 2% e il 3%).