Napoli

L’universo delle truffe conosce trame intricatissime, trucchi e messinscene tra i più vari e complessi. Nel campionario c’è di tutto: dall’inganno agli anziani al phishing, dallo smishing al romance scam. Sfogliando l’elenco anche vishing, Schemi Ponzi, truffe delle lotterie, del supporto tecnico, del finto maresciallo. Finti annunci di lavoro o pacchetti vacanza, truffe religiose.

E poi la truffa dello “specchietto”. Gli “attori” fanno credere alle vittime di aver danneggiato il loro specchietto retrovisore o un’altra parte dell’auto, cercando poi di ottenere denaro come risarcimento.

Si parte da un danno creato ad arte al proprio veicolo, utilizzando sassi o altri oggetti per simulare il rumore di impatto. La vittima, spesso anziana o neopatentata, ferma l’auto, il truffatore mostra il danno e chiede un risarcimento. Lo fa proponendo un accordo informale, per evitare di coinvolgere le assicurazioni e alzarne il premio. La richiesta è generalmente ragionevole così la vittima finisce per cascarci e paga.

E’ esattamente quello che è successo ieri sera a Terzigno.

Il copione è sostanzialmente quello raccontato poco fa, con una minaccia e un cric come varianti sul tema.
Il truffatore lamenta un danno al paraurti e allo sportello. Poi propone un accordo ma la ritrosia della vittima impone una svolta.  Si passa alle minacce e poi al cric come deterrente.

I carabinieri della stazione di Terzigno arrivano in quel preciso istante. Si rivolgono all’uomo armato, chiedendo spiegazioni. Lui cambia atteggiamento e fa per allontanarsi. La vittima, intanto, racconta quei pochi secondi e diventa tutto più chiaro.

In manette per tentate estorsione e truffa finirà un 30enne di Terzigno già noto alle forze dell’ordine. Nella sua auto un barattolo di cera nera, utilizzata verosimilmente per simulare graffi sulla carrozzeria. E' finito in carcere, in attesa di giudizio.