Mentre gli alleati e gli avversari della Siria valutano come rispondere al suo cambio di governo, Israele ha affermato che il suo esercito rimarrà nel territorio siriano sequestrato finché non verrà istituita "una nuova forza" che soddisfi le richieste di sicurezza israeliane. Ecco le ultime notizie.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che il crollo improvviso del regime di Assad in Siria ha creato un vuoto al confine con Israele e che "non permetterà ai gruppi jihadisti di riempire quel vuoto e minacciare le comunità israeliane". Lo spiegamento sarebbe temporaneo, ha affermato, ma non ha fornito una tempistica chiara per la partenza dei soldati.

L'esercito israeliano si è schierato principalmente in una zona di 155 miglia quadrate che avrebbe dovuto essere un'area demilitarizzata monitorata dalle forze di peacekeeping dell'ONU. Ma i soldati hanno anche preso posizione più in profondità nel territorio siriano, secondo funzionari israeliani. Qualsiasi accordo tra Israele e i ribelli islamici che hanno guidato l'offensiva in Siria sembra lontano, data la loro reciproca animosità.

Il Segretario di Stato Antony Blinken era in Giordania prima di partire per la Turchia, dove ha incontrato il presidente Recep Tayyip Erdogan. I cambiamenti sono stati "un periodo di promesse ma anche di pericoli per la Siria e i suoi vicini", ha detto Blinken.

La caduta del governo siriano ha riacceso un lungo tentativo di ottenere giustizia per i crimini commessi dal precedente regime, ma c'è frustrazione per il fatto che l'ex presidente Bashar al-Assad potrebbe non essere processato.