Uno dei meriti del Festival internazionale del cinema “Laceno d’oro” è quello, oltre che di stimolare lo spirito critico attraverso il cinema d’autore, di aprire numerose cornici culturali grazie ai numerosi eventi collaterali organizzati in giro per l’Irpinia.
Come le mostre , ad esempio, su Pierpaolo Pasolini, Boccaccio e il cinema, Cesare Zavattini , che sono in alcuni casi addirittura itineranti, aiutando il dialogo utilissimo tra i diversi comuni che ospitano il Festival.
L’ultima mostra del “Laceno d’oro”, dal titolo: “L’oro di Marotta. Uno scrittore al cinema” è dedicata allo scrittore e sceneggiatore Giuseppe Marotta, allestita e visitabile presso la Torre Angioina di Summonte ed inaugurata ieri pomeriggio dopo il convegno – dibattito: “Marotta e il cinema” che ha visto un grande successo di pubblico. L’esposizione, curata dal direttore di Quaderni CinemaSud, Paolo Speranza, si articola in ben venti pannelli originali corredati da articoli pubblicati su riviste specializzate e i manifesti originali dei film “L’oro d Napoli”, “Questi fantasmi”, “Carosello napoletano” e “Amore non ho”.
Non tutti sanno che Marotta, napoletano d’adozione era avellinese di origine e, benché figlio di un avvocato dissipatore dei suoi beni, dopo la morte del padre si trasferì nel capoluogo campano all’età di nove anni con la madre e le due sorelle. Vivendo e conoscendo la miseria quotidiana negli anni cinquanta. La sua vita sofferta, fu stimolo però alla sua produzione letteraria, tutta tesa a raccontare il popolo con sogni e fatiche. Fu giornalista e scrittore, binomio imprescindibile ormai dimenticato, ed importanti furono le sue collaborazioni in veste di sceneggiatore con Vittorio De Sica, Cesare Zavattini ed Edoardo De Filippo. Come non ricordare, poi, la sua fortunata raccolta di racconti “L’oro di Napoli” da cui fu tratto l’indimenticabile film con Silvana Mangano, Sofia Loren, Totò ed Edoardo De Filippo e che fu diretto da Vittorio De Sica?
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Marina Brancato