Avellino

di Paola Iandolo 

“Non si può uccidere per una macchina parcheggiata male o per uno sguardo di troppo. Roberto aveva ventuno anni e una vita davanti, il dolore vissuto dai genitori e la morte di Roberto è una sconfitta per la societa’”. Ha concluso così la sua discussione il penalista Gerardo Santamaria, difensore di parte civile, nominato dai familiari di Roberto Bembo, il 21enne ucciso per le conseguenze provocate da tre coltellate inferte alla schiena, al collo e al torace. L’avvocato di parte civile - così come la pubblica accusa - ha sollecitato il riconoscimento dell’aggravante dei futili motivi perchè “L’unico motivo è un errato parcheggio. Il motivo è un auto parcheggiata male. La difesa sicuramente farà leva per ritenere insussistenti i futili motivi, puntando sulle lesioni che sono state certificate agli imputati”. Una diversa lettura anche di un altro passaggio importante, il fatto che Roberto ad un certo punto del video recuperato dagli agenti della Squadra Mobile di Avellino passa all’altra parte della strada: “L’altro aspetto sulla parte dove si vede Roberto Bembo dirigersi verso gli imputati. Bisogna tenere presente che Bembo non va incontro alla morte. Non sappiamo se il ragazzo è stato chiamato. Se Bembo avesse voluto continuare a litigare perché avrebbe dovuto attendere? Perché non lo ha fatto quando Sciarrillo era a terra? Bembo non si avvicina ai tre imputati correndo. Questa interpretazione smentisce il fatto che Bembo abbia voluto continuare a litigare andando incontro alla morte. Alla luce di queste circostanze non può escludersi che Bembo sia stato invitato allo scontro" ha concluso l'avvocato Santamaria. Del resto il pubblico ministero nella sua lunga requisitoria ha messo in evidenza continuamente, le mincacce ripetute più volte da Nico Iannuzzi e rivolte agli amici di  Roberto Bembo.

Poi la parola è passata all'avvocato Stefano Vozzella, coodifensore insieme a Gaetano Aufiero, dei tre imputati: Nico Iannuzzi, Luca e Daniele Sciarrillo. 
“Noi chiediamo solo che la giustizia venga applicata in modo corretto”, ha dichiarato durante la discussione Stefano Vozzella, difensore degli imputati insieme all’avvocato Gaetano Aufiero. “Il pubblico ministero ha omesso alcuni passaggi che riteniamo fondamentali. Buona parte dei testimoni ascoltati in aula ha mentito, iniziando dai primi interrogatori. Possiamo comprendere che, a poche ore dall’accaduto, per varie ragioni, i testimoni possano essere stati spinti a non dire la verità. Tuttavia, a distanza di un anno e mezzo dai fatti, hanno avuto l’opportunità di raccontarla, ma non l’hanno fatto. Hanno continuato a sostenere menzogne che non hanno aiutato nessuno, nemmeno loro stessi. Inoltre, hanno cercato di occultare prove inequivocabili, come quelle emerse dal video. Sarebbe stato opportuno riascoltarli per verificare le loro dichiarazioni mendaci rilasciate nel corso del dibattimento. Questi non sono dettagli marginali, ma elementi che hanno inciso profondamente sulla costruzione del quadro probatorio a carico dei tre imputati”. L'avvocato Stefano Vozella dopo una lunghissima arringa terminata in serata ha depositato le sue conclusioni. Il processo è stato rinviato al 15 gennaio quando dovrà discutere l'avvocato Gaetano Aufiero. Prevista in quella data anche la sentenza, qualora il pubblico ministero Toscano non chieda di poter replicare alle arringhe dei due avvocati degli imputati.