Da domenica, quando è diventato chiaro che la Siria stava subendo uno storico cambio di regime, Israele ha condotto una vasta campagna aerea. Almeno 350 attacchi aerei hanno raso al suolo risorse militari in tutto il paese, eliminando la Marina, aerei da combattimento, droni, carri armati, sistemi di difesa aerea, stabilimenti di armi e altre forniture, secondo l'esercito israeliano.

Anche le forze di terra israeliane hanno fatto il loro primo ingresso palese nel territorio siriano in più di 50 anni. L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria ha chiesto a Israele di fermare le sue operazioni militari.

I funzionari militari israeliani hanno definito le operazioni come difensive, affermando che si trattava di colpire presunte scorte di armi chimiche per impedire che cadessero “nelle mani degli estremisti”. Il gruppo ribelle che ha guidato il rovesciamento del presidente, Bashar al-Assad, era precedentemente legato ad Al Qaeda ed è ancora designato come gruppo terroristico dagli Stati Uniti e dall'ONU.

Anche se i ribelli cercano di costruire un governo dopo aver preso Damasco, gruppi armati con interessi contrastanti continuano a combattere per il territorio e il potere. Nella Siria settentrionale, ieri si sono svolti feroci combattimenti tra ribelli sostenuti dalla Turchia e forze curde sostenute dagli Stati Uniti

L'alleanza ribelle che sta formando un governo ad interim ha nominato Mohammed al-Bashir come primo ministro. L'alleanza ha affermato che avrebbe dato la caccia e punito gli alti funzionari del regime di Assad implicati in torture e altri abusi.
Il presidente eletto Donald Trump ha giurato un approccio non interventista nei confronti dei cambiamenti in Siria. "Questa non è la nostra lotta. Lasciamo che si svolga. Non immischiatevi", ha scritto sui social media.