di Paola Iandolo
L'emergenza idrica ad Ariano Irpino peggiora ulteriormente. E' scattata una nuova ordinanza di divieto di consumo dell'acqua potabile nelle abitazioni anche a Contrada Serra di Sopra e Contrada Serra di Sotto. Dopo il provvedimento che ha riguardato le utenze delle contrada Bagnara, Santa Barbara e Foresta, a causa della presenza di sostanze fecali nelle condotte dell'Alto Calore, così come confermato dall'Asl di Avellino, il sindaco di Ariano Irpino, Enrico Franza, è stato costretto ad emettere un nuovo provvedimento di divieto.
Il sindaco
«Considerato che sono pervenute segnalazioni anche da parte di utenti che abitano in località Serra- si specifica nella nuova ordinanza- di acqua maleodoreante, in via precauzionale, si dispone la sospensione dell'uso potabile dell'acqua a tutte le utenze ubicate in località Serra (di sopra e di sotto), fino a nuova disposizione di revoca del provvedimento a seguito di comunicazione di avvenuta risoluzione della problematica igienico-sanitaria da parte della Società Alto Calore S.p.A.». Nel contempo la società Alto Calore Servizi S.p.A. viene invitata a monitorare, in collaborazione con l'ASL di Avellino, Dipartimento di Prevenzione, lo stato di inquinamento dell'acqua distribuita anche nella località Serra, facendo obbligo alla stessa società di comunicare tempestivamente al Comune la cessazione delle condizioni di rischio. Insomma, cresce la preoccupazione per la qualità dell'acqua in buona parte delle contrade rurali arianesi.
L'ipotesi
Non è escluso che le condotte obsolete e colabrodo dell'Alto Calore sono venute a contatto con sostanze fecali provenienti da pozzi neri perdenti. Di qui il fenomeno dell'arrivo di acqua inquinata e maleodorante nelle abitazioni. Il Comune di Ariano Irpino, in realtà, dopo le comunicazioni dell'Asl, ha provveduto a sostituire parte della rete idrica, immaginando di aver eliminato del tutto l'inconveniente. Ed, invece, ecco ripresentarsi la stessa criticità a distanza si poco più di un anno, e per giunta, con il coinvolgimento di un numero maggiore di utenze. È evidente che crescono anche la rabbia e il disagio dei residenti, costretti a fare ricorso alle fontane pubbliche o alle autobotti messe a disposizione dal Comune o ai centri commerciali.