In attesa di scoprire cosa pensava di Juventus-Bologna il mondo - sarebbe più giusto dire il condominio - del calcio dopo settimane di polemiche per due presunte ammonizioni non comminate a Romelu Lukaku in Napoli-Roma e rinfrancato dal (meritato) riscatto di Claudio Ranieri proprio con quella Roma ai danni di un Lecce presuntamente ripresosi da una brutta malattia, il Napoli era chiamato a rispondere sul campo alle polemiche seguite alla sua inopinata e brutale estromissione dalla Coppa Italia per mano di una Lazio che ospitava (guarda caso) tre giorni dopo al Maradona.
La storia era nota a tutti. Undici undicesimi cambiati nella formazione azzurra di coppa avevano prodotto un disastro sia tecnico che tattico che non aveva fatto altro che confermare quanto il sottoscritto va dicendo da quando il roboante insediamento di Antonio Conte sulla panchina azzurra è avvenuto. La squadra di Aurelio De Laurentiis manca totalmente di ricambi, per cui può giocare (a stento) una sola competizione.
E il motivo non va ricercato in sfortunati e accidentali eventi sportivi (cosa che accade puntualmente a tutte le squadre di calcio), bensì nelle scelte compiute prima, durante e dopo questa estate dalla dirigenza e dallo staff tecnico del Napoli. Non è un caso, infatti, che gli azzurri siano del tutto privi di alternative a centrocampo - lo so, sono noioso all'inverosimile - visto il patrimonio tecnico disperso in quel settore nevralgico dallo scudetto in poi. Non si potevano buttare via calciatori e (soprattutto) uomini come Elmas, Demme, Zielinski e Gaetano senza pagare uno scotto che prima o poi avrebbe pesato sugli equilibri della squadra.
Come non si può veder giocare Folorunsho al posto di un rinato Anguissa senza che il giovanotto romano lo ricordi, anche solo vagamente, se non per il colore della pelle. Passi per Gilmour, preso col dichiarato scopo di sostituire un insostituibile Lobotka, ma la figurina Panini di Raspadori messa a fare la mezzala, come suggerito e più volte proposto dal peggiore allenatore passato da Napoli negli ultimi 50 anni (Rudi Garcia, ndr), non è accettabile né per il calciatore, né per la squadra, né per la società (di cui è patrimonio), nè per i tifosi. E vogliamo parlare della difesa dove si è svenduto un rodato Ostigard per prendere un Rafa Marin inadeguato e già svilito, tacendo infine sulla (ennesima) scandalosa gestione di Mario Rui - regolarmente pagato - per un calciatore ormai a fine carriera come Spinazzola. Altro che Napoli-Lazio e corti musi.