Incontri con gli studenti dei corsi di laurea di giurisprudenza, servizio sociale e scienze dell’educazione: il portavoce della conferenza nazionale dei garanti dei detenuti territoriali ha partecipato ad incontri dibattiti organizzati all’Università della Calabria su minori, detenzione e pena come punizione o (ri)educazione.
Il portavoce Ciambriello: "Le carceri sono al collasso e portano alla morte: in un anno 232 decessi totali, di cui 85 suicidi e 1133 tentativi di suicidi. Il tragico record apparteneva al 2022 quando in un anno si erano tolti la vita 84 detenuti.
Ho la percezione che i provvedimenti dell’ultimo anno utilizzano il diritto penale per allontanare il nemico. Nuovi reati che identificano nuovi nemici: mendicanti, protestanti, occupanti, detenuti, nomadi, immigrati, tossicodipendenti. Come si fa a tenere anche in carcere una popolazione di 8mila persone che devono scontare meno di un anno di carcere? Questo stride con l’art. 27 co. 3 cost., ma impone un lavoro di squadra tra la comunità penitenziaria, la politica, il terzo settore, gli enti locali. Credo che sia arrivato il momento di un provvedimento di amnistia e indulto che ponga le condizioni per una più generale riforma del sistema penitenziario.
Agli studenti universitari ho ricordato che i diritti generano diritti, che l’indifferenza è un proiettile che uccide lentamente. Dobbiamo ritornare ad invoca un diritto penale come extrema ratio, prima che di pene dobbiamo parlare di prevenzione, accudimento ed inclusione sociale”
Nella giornata, ancora, si è recato in visita nella casa circondariale di Cosenza insieme al consigliere regionale Pietro Molinaro, presidente della commissione antindrangheta. “Un carcere con 278 detenuti, sia di alta che di media sicurezza, molti di loro campani".