In occasione della ricorrenza della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nell’ambito delle iniziative adottate da questa questura nella campagna informativa “Questo non è amore”, stamane nel teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino, si è tenuta una manifestazione sul tema della violenza di genere, organizzata in collaborazione con la prefettura di Avellino, la procura della repubblica presso il tribunale di Avellino, l’ufficio scolastico provinciale di Avellino e i comandi provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza.
Durante l’evento, al quale hanno preso parte circa 1.200 studenti di vari Istituti scolastici della provincia di Avellino, sono stati proiettati alcuni video istituzionali della polizia di stato e dell’arma dei carabinieri, nonché delle brevi immagini relative a casi di violenza contro le donne in Irpinia.
In particolare, la Polizia ha portato all’attenzione dei presenti l’efferato omicidio di Elisa Affinita e l’arresto dell’autore Michele Rivetti, condannato a 30 anni di reclusione, nonché la testimonianza scritta di una donna polacca, aggredita violentemente in strada ad Avellino dal suo ex marito, condannato a 13 anni di reclusione, che l’ex calciatore ed attuale allenatore dell’Avellino calcio, Raffaele Biancolino, ha brevemente ricordato sul palco, essendo all’epoca dei fatti intervenuto a difesa della donna.
Nel corso della manifestazione sono stati invitati a salire sul palco, per un breve intervento, il prefetto di Avellino Rossana Riflesso, il procuratore capo della procura della repubblica presso il tribunale di Avellino Domenico Airoma, il questore della provincia di Avellino Pasquale Picone, il comandante provinciale dei carabinieri di Avellino colonnello Domenico Albanese e il comandante provinciale della guardia di finanza Colonnello Leonardo Erre. Sono intervenuti, altresì, il direttore generale dell’ufficio scolastico per la Campania Ettore Acerra, il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Fiorella Pagliuca, il sindaco di Avellino Laura Nargi e i sostituti procuratori della procura della repubblica presso il tribunale di Avellino Teresa Venezia e Paola Galdo. La conclusione dell’iniziativa è stata affidata ai musicisti del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino che hanno eseguito il suggestivo brano musicale della compianta artista Mia Martini “Gli uomini non cambiano”.
La giornata odierna si concluderà con l’illuminazione simbolica di arancione dell’edificio di questa Questura, colore scelto come simbolo della speranza per un futuro senza violenze basate sul genere, nell’ambito dell’iniziativa denominata “Orange the word”, promossa da “Un Women”, ente delle nazioni unite per l’uguaglianza di genere, che si inquadra nel protocollo d’intesa sottoscritto tra l’associazione “Soroptimist International Italia, impegnata nella promozione dei diritti umani, e il Dipartimento della pubblica sicurezza.
Testimonianza di Tznadel Marzena Malgorzata
Vorrei iniziare la mia testimonianza citando una frate scritta dalle compagne di classe di mia figlia: Da bambine sogniamo un amore che ci toglie il fiato ma poi purtroppo incontriamo un amore che ci toglie la vita”.
Il giorno 18 settembre 2018 è una data che ha lasciato tracce indelebili. Mentre tornavo dal lavoro sono stata aggredita dal mio ex compagno che mi ha raggiunto di spalle, colpendomi molteplici volte con un martello alla testa.
In quel momento l’unica persona che mi ha soccorsa è stato Raffaele Biancolino, proprietario di uno dei negozi di corso Europa.
Grazie al suo gesto coraggioso io oggi posso continuare a vivere e a stare con mia figlia. Un ruolo importante, decisivo e tutelante è stato svolto dalla questura, dalla Procura e dal Tribunale di Avellino in quanto grazie a tali Istituzioni, in tempi rapidi, sono stati possibili l’arresto, la detenzione e la condanna a 13 anni di reclusione per tentato omicidio del mio ex compagno.
Grazie ai percorsi intrapresi presso il centro antiviolenza della cooperativa “La Goccia” ho riacquistato il benessere emotivo e psicologico che era stato distrutto e sotterrato dagli anni di violenza subiti, culminati con l’episodio che ha messo a repentaglio la mia vita.
Finalmente ho imparato a prendermi cura di me. Colgo l’occasione per trasmettere due messaggi:
A tutti gli uomini dico di trattare le donne, proprie compagne, mogli e figlie nello stesso modo in cui loro vorrebbero essere trattati, cioè con lo stesso rispetto, amore e attenzione. A tutte le donne dico di ricordare sempre il loro valore, di abbandonare le speranze che un uomo possa cambiare (se non lo vuole), di mobilitare tutte le forze per liberare voi stesse e i vostri figli dagli ambienti violenti e di allontanarvi dalle persone o situazioni violente. Denunciate, chiamate il 1522, proteggete voi e i vostri figli. Un abbraccio a tutte voi da parte di una sopravvissuta.