di Paola Iandolo
Dal brutale assassioni di Antonella Russo alla ragazza segregata in casa dalla madre: ricordati i casi di violenza accaduti in Irpinia. I quattro casi di violenza più eclatanti avvenuti in Irpinia sono stati ricostruiti durante la cerimonia, organizzata durnate la giornata per la non violenza sulle donne al Teatro Carlo Gesualdo.
L'incontro di questa mattina è stato promosso partendo dall'idea comune a tutte le iniziative contro la violenza di genere della necessità di un cambiamento culturale che preveda sia l'educazione all'affettività, al rispetto reciproco, all'uguaglianza sia l'eliminazione dei cliché, in primis quello della donna come oggetto da possedere. Sul palco del teatro avellinese, allo scopo di sensibilizzare i ragazzi presenti, sono stati affrontati casi di violenza realmente accaduti: c'è stata la testimonianza della sorella di Antonella Russo, giovane universitaria di Solofra, uccisa il 20 febbraio del 2007 con sei colpi di pistola dal compagno della madre, poi è stato ricordato il caso di Elisa Affinita, la quarantenne assassinata a Cervinara nel 2011 dal marito a colpi di pistola, e quello della ragazza segregata in casa dalla madre ad Aiello del Sabato. Infine, la vicenda drammatica della donna presa a martellate in pieno centro ad Avellino, salvata dal'allenatore dell’US Avellino Raffaele Biancolino, che ha preso parte all'evento odierno. Ripercorrendo il drammatico accaduto del 19 settembre del 2018 a Corso Europa, l'allenatore biancoverde che ha detto parole semplici, ma dall'insegnamento fondamentale: "di fronte a qualsiasi tipo di violenza, non bisogna voltarsi dall'altra parte bensì avere il coraggio di intervenire in aiuto della vittima".
"La violenza contro le donne è ormai un’emergenza sociale, non solo educativa. Per questo tutte le istituzioni sono qui presenti, come uno schieramento unito, per affiancare i nostri ragazzi in un percorso di crescita che deve includere sempre più un’educazione all’affettività, alle emozioni e alla capacità di autoregolare le proprie pulsioni emotive. La scuola deve farsi carico di questo compito, insieme a tutte le istituzioni" ha dichiarato Fiorella Pagliuca, dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Avellino.
"È evidente che la famiglia non sempre riesce a svolgere questo ruolo. Il dramma spesso si consuma proprio fra le mura domestiche. Per questo la scuola deve essere sempre più attenta anche all’ascolto dei bisogni e delle fragilità interiori dei nostri ragazzi. Dobbiamo insegnare loro ad accettare anche il fallimento, a riconoscere e rispettare il no in una relazione amorosa" ha aggiunto. Troppo spesso, assistiamo a esercizi di potere da parte dell’uomo sulla donna, che portano a relazioni affettive tossiche e malate. È fondamentale educare i ragazzi a un rapporto migliore, civile e responsabile con la propria partner, e anche a diventare sentinelle attive rispetto a ciò che accade intorno a loro, magari persino all’interno delle loro famiglie: "Vogliamo suscitare nei ragazzi questa attenzione: dobbiamo alzare tutti il livello di allerta.
Devono imparare a cogliere quei segnali, quei sintomi iniziali che possono indicare un comportamento distorto all’interno di una relazione affettiva, che invece dovrebbe essere sana ed equilibrata" ha sostenuto Pagliuca che ha concluso con un appello: "Chiediamo ai ragazzi di non voltarsi dall’altra parte, di essere consapevoli e coraggiosi, di creare una rete di solidarietà con le proprie amiche, i propri compagni e le proprie partner. Dobbiamo essere tutti insieme a contrastare ogni forma di violenza e sopraffazione sulle donne".