E’ il giorno del ricordo dopo 44 anni di una ferita che niente e nessuno potrà mai rimarginare. L’Irpinia non potrà mai cancellare quella terribile sera del 23 novembre 1980. Interi paesi rasi al suolo. Numeri impressionanti di un disastro avvenuto in poco più di un minuto interminabile. 2914 morti, 8.848 feriti, circa 280.000 sfollati.
Un sisma devastante dall'Irpinia al Vulture, a cavallo tra le province di Avellino, Salerno e Potenza. I comuni più duramente colpiti, Castelnuovo di Conza, Lioni, Conza della Campania, Laviano, Sant'Angelo dei Lombardi.
Le immagini della Rai di quelle ore drammatiche, i salvataggi e il dolore di chi in un attimo ha visto svanire tutto tra quelle macerie.
I primi telegiornali non focalizzarono bene l’epicentro del sisma e le reali proporzioni. Attenzione concentrata in un primo momento soprattutto sulla Basilicata, ma con il passare delle ore, venne fuori la vera catastrofe che sconvolse l’alta Irpinia.
Nei giornali radio in modo particolare si parlò di Pescopagano, come epicentro e non dell'Irpinia. Un vero e proprio black out elettrico e telefonico, impedì di lanciare l'allarme. Soltanto a notte inoltrata si cominciò ad avere un quadro più chiaro della situazione.
La mattinata del 24 novembre attraverso una ricognizione in elicottero si ebbero le reali dimensioni del disastro. Comuni letteralmente polverizzati e un triste elenco di morti, feriti e dispersi.
Ritardi enormi nei soccorsi, la Campania si trovò impreparata dinanzi ad una sciagura così grande.
Difficoltà di accesso per i mezzi di soccorso e il recupero di vittime e superstiti. E’ tra queste macerie che nacque la Protezione Civile, oggi orgoglio nel mondo, grazie alla spinta del commissario Giuseppe Zamberletti, rivelatosi subito un angelo dei soccorsi in alta irpinia insieme all’esercito di volontari giunti da ogni parte.
A denunciare senza peli sulla lingua le inadempienze fu il capo dello stato di allora Sandro Pertini dopo essersi recato in elicottero sui luoghi della tragedia. Di ritorno dall'Irpinia, in un discorso in tv rivolto agli italiani, le sue dure parole piene di rabbia e lacrime determinarono l'immediata rimozione del prefetto di Avellino e le dimissioni, in seguito respinte, del Ministro dell'Interno.
E sarà proprio la protezione civile la vera protagonista in questa giornata di commemorazione oggi in alta Irpinia. Un appuntamento nel segno della prevenzione sismica quello in programma a Sant'Angelo dei Lombardi con la presenza dei ministri della protezione civile e dell'interno, Nello Musumeci e Matteo Piantedosi.
Gli esponenti del governo ricorderanno le vittime della tragedia e prenderanno parte ad un focus sulle azioni possibili per migliorare la sicurezza a tutti i livelli in caso di eventi sismici
"Una giornata di informazione e sensibilizzazione - spiega la sindaco eroe di Sant'Angelo, Rosa Anna Maria Repole - sui temi della protezione civile, come sempre nel ricordo delle vittime ma con uno sguardo particolare rivolto al presente e al futuro".
La giornata inizierà alle ore 10:00 presso il centro di protezione Civile "Giuseppe Zamberletti" di Sant'Angelo dei Lombardi, in località Quadrivio. Nella struttura è prevista la partecipazione dei gruppi di protezione civile dell'alta Irpinia e di altre realtà. Il centro è stato costruito grazie alla regione Campania ed oggi sarà anche di supporto al neo-costituito gruppo di protezione civile nato a Sant'Angelo dei Lombardi.
Alle ore 11:30 è previsto il convegno "La protezione civile in Irpinia nell'anniversario del sisma". L'appuntanento si terrà presso la sala teatrale del centro sociale "Don Bruno Mariani" di Sant'Angelo dei Lombardi. Si comincerà con la benedizione delle autorità religiose, i saluti del sindaco e gli interventi di giovani dell'Istituto "De Sanctis" di Sant'Angelo dei Lombardi. A seguire, le relazioni del rettore dell'Unisannio, Gerardo Canfora, del direttore della protezione civile della regione Campania, Italo Giulivo, del capo dipartimento dell protezione civile, Fabio Ciciliano, e del vice presidente della giunta regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola. Conclusioni affidate al ministro della protezione civile, Sebastiano Musumeci, e al ministro dell'interno, Matteo Piantedosi.