Benevento

“Tempus fugit”. Anche Virgilio sapeva quanto è importante nella vita lo scorrere del tempo. Lo ha ribadito con convinzione Ernesto Starita, ospite di Ottogol e protagonista nel derby con l'Avellino e entrato nella ripresa: “Servivano almeno 30 minuti in campo, loro erano tutti chiusi, occorreva tempo per trovare gli spazi giusti. Nell'occasione del gol avevo visto con la coda dell'occhio sia Acampora che Viviani. Gennaro era marcato a uomo da Cancellotti, speravo che ci arrivasse almeno Mattia, il mio intento era quello di mettere il pallone tra difensore e portiere, volevo proprio che arrivasse lì. Meno male che la palla è arrivata, siamo contentissimi”.

Al Benevento che predilige il gioco, si chiede di essere più cinico: “Sono d'accordo, dobbiamo essere più cattivi, ma nel caso di Patieno lì c'è stato uno scambio di colpi. Pippo (Berra, ndc) gli aveva fatto sentire i tacchetti nella schiena. In fondo credo che ieri li abbiamo tenuti tutti bene. Fuori casa invece dobbiamo essere più tignosi, meno belli, più sporchi. Credo che essendo una squadra giovane, tutto questo verrà col tempo. Fuori casa affrontiamo partite diverse: a Picerno è un campaccio, pure a Taranto campo brutto e avversario ostico. In questo campionato ci sono tutte squadre difficili da affrontare. Noi dobbiamo fare uno step in più ed essere più cattivi fuori casa. I vecchi trainano tantissimo, stiamo sempre vicini a Nunziante e agli altri giovani, siamo un grande gruppo. Prendete Meccariello: anche se non gioca fuori campo si sente, in allenamento siamo tutti uniti”. 

L'importanza delle alternative. I campionati si vincono anche con i panchinari... “So di essere un giocatore importante e di averne tanti altri importanti davanti e me. Ma la nostra forza deve essere questa, essere tutti titolari. Il mister sa quanto può contare su di me, io non vedo l'ora di essere utile. Spero di ritrovare il gol al più presto possibile, non ce la faccio più ad aspettare, anche se non è proprio un'ossessione. Spero che il mister mi faccia giocare, ma soprattutto mi dia il tempo giusto per incidere”.

Da Monopoli a Benevento si può avvertire il salto di ambizioni: “C'è un abisso tra Monopoli e Benevento. Tutto completamente diverso. Lì hai pressioni differenti, anche a livello di squadra. L'anno scorso il nosro spogliatoio era davvero pesante come carisma, ho sofferto anche quello. Magari quest'anno tanti ragazzi giovani sono stati aiutati proprio nell'avere molto più libertà di espressione. E ci sta dando i frutti che volevamo”. 

Difficile pensare che la promozione sia un fatto riservato solo a Benevento e Avellino: “E' un campionato equilibrato, possono arrivare tanti in vetta. Molto dipenderà anche da noi, dobbiamo correre forte e allungare il più possibile”. 

E migliorare in trasferta... “Per come giochiamo noi che costruiamo tanta mole di gioco, manovrare su campi brutti ci crea difficoltà. Sul nostro campo giocare è bellissimo, ma quando vai a Picerno, a Monopoli, a Taranto, allora devi giocare più sulle seconde palle, quindi in maniera diversa”. Sull'aspetto personale tante speranze: “A me non resta che lavorare come le altre settimane, ci tengo tanto a far bene con questa maglia e vorrei essere utile più spesso, ma il mister lo sa bene e sa che può contare su di me”.