Quel giorno, il 13 ottobre 2023, erano le 5 quando lui, ospite di un centro di accoglienza, era montato in sella alla sua bici e mentre stava immettendosi sulla statale Appia per andare al lavoro, era stato tamponato dalla parte anteriore sinistra di una Fiat 500. Era caduto sull'asfalto e, mentre si stava rialzando, era stato investito da una Skoda.
E' così che a Montesarchio era morto Issouf, un 18enne del Burkina Faso per il quale non c'era stato nulla da fare. Un dramma al centro di una inchiesta dei carabinieri e del pm Flavia Felaco, che ora l'ha chiusa. Chiamando in causa M.R., il 45enne di Montesarchio che conduceva la 500 e, secondo gli inquirenti, si era allontanato dal luogo dell'impatto – per lui, difeso dall'avvocato Antonio Leone, l'aggravante della guida in stato di ebbrezza alcolica – e R. I., 64 anni, di Apollosa, assistito dall'avvocato Roberto Prozzo, che era al volante della Skoda.
Per entrambi l'attenuante dell'assenza di dispositivi visivi sulla bici che circolava in orario notturno.
La salma del giovane era stata sottoposta ad autposia dal medico legale Giovanni Zotti, al quale il Pm aveva affidato l'incarico nel corso di una udienza per la quale erano stati avvisati anche i fratelli di Issouf, residenti in provincia di Brescia, rappresentati dall'avvocato Norberto Quieti.
I due indagati hanno adesso venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati e produrre memorie difensive, poi il Pm procederà alle eventuali richieste di rinvio a giudizio.
(foto di repertorio)