"Facendo riferimento alla conferenza stampa tenutasi ieri nella sala consiliare del comune di Ariano Irpino sulla tragica vicenda relativa alle numerose interruzioni idriche subite dai nostri territori si auspicherebbe ora, fortemente, un cambio di rotta nella sfera delle azioni da compiere, uscendo dalla logica dell’emergenza perenne". E' quanto afferma Fabio Gambacorta Azione Ariano.
"È un bene accendere i riflettori sulla vicenda chiedendo l’intervento della Protezione Civile o dell’Esercito e sarebbe anche passabile uno sciopero dei sindaci a Roma o a Napoli, ma poi bisognerebbe entrare subito in un’ottica di pragmatismo e progettazione.
I sindaci continuano ad incontrarsi per discutere del problema dell’acqua, solo quando manca l’acqua. Questa è la logica emergenziale.
Ora, facendo politica ma non avendo alcun ruolo istituzionale o amministrativo, l’unico mezzo che resta a noi poveri mortali è la comunicazione con la speranza di accendere una discussione costruttiva e pragmatica al di là dei colori e delle bandiere. La leva concreta su cui fare pressione sarebbe la volontà granitica di creare un comitato stabile e permanente di sindaci e rappresentanti istituzionali che, sentito il parere dell’Alto Calore e sentito il parere della Regione, stabilisse un programma con obiettivi definiti di fondi e tempi per la completa ristrutturazione delle condutture idriche.
Puntare ad una cifra precisa e consistente da chiedere allo Stato e/o alla regione attraverso una serie di progetti realmente esecutivi e cantierabili affidati ad un ente per evitare inutili dispersioni (che sia la Provincia o l’Ato Calore Irpino o l’ente idrico campano e tralasciando volutamente la lentezza dei Comuni), con una data definita di inizio e termine dei lavori.
Ovviamente parliamo di decine di milioni di euro, che per una questione vitale come l’acqua non sono da considerarsi un traguardo irraggiungibile, visto anche l’auspicabile sviluppo del territorio che si prevede intorno alla futura piattaforma logistica. Insomma, il problema reale non è solo che si continua a tamponare le tubature vecchie, ma si continua a rattoppare un sistema politico e istituzionale non coeso che si aggrappa spesso alla propaganda e alla demagogia e non ha il coraggio di chiudersi in una stanza e ragionare concretamente su un progetto esecutivo comune, da presentare a chi di dovere".