Dal 2014, la quantità di acqua dolce sulla Terra ha subito una drastica diminuzione, rimanendo a livelli critici fino ai giorni nostri. Questo è quanto emerge da uno studio condotto da un team internazionale di scienziati, basato su dati raccolti dai satelliti della NASA e pubblicato sulla rivista Surveys in Geophysics. Secondo i ricercatori, tra il 2015 e il 2023, il volume medio di acqua dolce immagazzinata sulla terraferma è risultato inferiore di circa 1.200 chilometri cubici rispetto alla media registrata tra il 2002 e il 2014. Tale quantità equivale a due volte e mezzo il volume del lago Erie, sottolinea Matthew Rodell, idrologo del Goddard Space Flight Center della NASA.

L’impatto delle siccità sulle risorse idriche

La crisi idrica è iniziata con una severa siccità nel Brasile settentrionale e centrale, cui si sono aggiunti eventi simili in Australasia, Sud America, Nord America, Europa e Africa. Questo declino globale ha reso le risorse idriche sempre più vulnerabili, costringendo agricoltori e comunità a intensificare l’uso delle falde acquifere. Tuttavia, un eccessivo sfruttamento delle riserve sotterranee può innescare un circolo vizioso, aggravando il problema e lasciando le popolazioni esposte a rischi come carestie, conflitti e malattie.

I satelliti GRACE: una finestra sull’acqua terrestre

La scoperta è stata possibile grazie alle osservazioni dei satelliti Gravity Recovery and Climate Experiment (GRACE), lanciati nel 2002, e dei successori GRACE-Follow On (GRACE-FO), attivi dal 2018. Questi strumenti monitorano le fluttuazioni della gravità terrestre, rivelando cambiamenti nella massa d’acqua immagazzinata sopra e sotto la superficie. Le analisi hanno mostrato che ben 13 delle 30 siccità più intense osservate da GRACE si sono verificate dal 2015, un dato che pone interrogativi sul ruolo dei cambiamenti climatici.

Il ruolo del riscaldamento globale

I ricercatori sospettano che il riscaldamento globale stia giocando un ruolo cruciale in questo scenario. Le temperature oceaniche più elevate, culminate con il significativo evento El Niño tra il 2014 e il 2016, hanno alterato i modelli meteorologici globali, intensificando le siccità. Anche una volta terminato El Niño, i livelli di acqua dolce non sono tornati alla normalità.

Il riscaldamento globale non solo amplifica gli eventi estremi, ma modifica la capacità del suolo di trattenere l’acqua. Con temperature più alte, l’atmosfera trattiene maggiori quantità di vapore acqueo, favorendo precipitazioni intense ma intermittenti. Questo fenomeno accelera il deflusso superficiale, limitando la ricarica delle falde acquifere e lasciando il terreno sempre più arido.

Un futuro incerto

La continua riduzione delle risorse di acqua dolce rappresenta una minaccia crescente per l’equilibrio ambientale e sociale. La gestione sostenibile delle risorse idriche, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni di gas serra sono sfide imprescindibili per affrontare questa crisi globale e prevenire ulteriori impatti su milioni di persone nel mondo.