Napoli

"Dopo la notte arriva sempre il giorno". Ad affermarlo è Gaetano Manfredi salutando con un abbraccio Gennaro Sangiuliano. L’ex ministro torna a Napoli per la presentazione dell’autobiografia di Gianni Lepre di cui ha curato la prefazione. Appena entrato, Sangiuliano si prende l’applauso della platea del Gambrinus, fatta di tanti amici. In tanti si fermano a salutarlo. Lui preferisce non parlare con i giornalisti, ma nel breve intervento ringrazia per «il calore umano con cui in tanti mi hanno accolto» e spiega di «aver rotto la ritrosia a parlare in pubblico appositamente per un amico». Ma la presentazione del libro di Lepre non è solo l’occasione del ritorno in pubblico, a Napoli, del ministro costretto alle dimissione dal noto “affaire Boccia”.

A salutare Lepre ci sono anche il sindaco, il prefetto Michele di Bari e Maurizio de Giovanni. E visto il parterre, il direttore del “Roma” Antonio Sasso e il vicepresidente dell’Ordine regionale dei giornalisti Mimmo Falco, moderatori della giornata, non si lasciano sfuggire l’occasione per portare il dibattito sull’attualità e quindi sull’emergenza legata alla violenza dei giovani.

L’emergenza giovanile: "Non può esserci una ricetta semplice di fronte a un problema così complesso», dice Manfredi citando gli ultimi episodi di cronaca, dal caso di Giugliano a quello di Scampia, legati alla violenza dei giovanissimi. Il sindaco snocciola i nodi che stanno dietro il fenomeno: «disgregazione delle famiglie, modelli sociali che mettono la violenza in primo piano e i social a fare da eco». Poi ricorda che «trent’anni fa gli Stati Uniti vivevano già questi fenomeni, mali delle società contemporanee e delle grandi aree urbane». Per Manfredi le parole chiave sono «decisione, partecipazione e cooperazione» ma sottolinea anche l’importanza della «responsabilizzazione delle famiglie». «Servono risposte immediate, questa situazione non può più essere tollerata», gli fa eco il prefetto. Di Bari racconta lo sforzo istituzionale: «Stiamo facendo di tutto ma spesso non è sufficiente. Senza una grande azione collettiva. Tutti dobbiamo essere coinvolti nell’affrontare questa emergenza educativa». Concetto espresso poco prima anche da de Giovanni: «Nessuno deve sentirsi esterno rispetto a questo problema. L’emergenza è sintomo di una malattia. Bisogna affrontare con forza i sintomi, ma poi bisogna mettere mano alla malattia".

Tocca proprio allo scrittore legare il tema del giorno, la vita di Gianni Lepre raccontata nel libro “Con il sole di Napoli negli occhi. Le radici di un sogno”.

Lepre racconta della sua vita, dalla povertà vissuta da ragazzino cresciuto al Borgo Orefici fino a diventare il primo consulente aziendale di Napoli e poi economista e opinionista affermato. Nella quarta di copertina si legge: “Ai giovani: i traguardi si raggiungono solo col sacrificio”. E guardando al futuro, Lepre racconta del lavoro fatto col ministro Sangiuliano per il rilancio del Borgo orefici: «Bisogna aprire le botteghe al pubblico. Ma soprattutto aprire una scuola e aiutare gli artigiani ad assumere così da riavvicinare i giovani all’artigianato». E de Giovanni unisce la vita e il messaggio di Lepre all'emergenza giovanile di cui si parla in questi giorni: «Bisogna portare l’arte nelle carceri, minorili e non solo, per dare un futuro ai detenuti più giovani».

Sangiuliano: «L’autobiografia di Lepre è un gesto di altruismo. Insegna che a Napoli, anche dalla povertà, si può arrivare a raggiungere grandi risultati anche con la rettitudine e l’onestà».