Napoli

"Quanto dichiarato dal procuratore della repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, a proposito della permeabilità delle carceri a telefonini e sostanze stupefacenti, ribadendo peraltro analoghe considerazioni del suo predecessore e attuale procuratore nazionale della Dnaa, Giovanni Melillo, conferma i gravissimi deficit nella tenuta della sicurezza dei penitenziari che si ritorce in primis contro chi vorrebbe vivervi degnamente perché condannato o accusato di aver commesso reati, ma anche verso chi sconta le pene dell’inferno, con carichi di lavoro e turni massacranti e la privazione di diritti di rango costituzionale, per la sola colpa di essere al servizio dello Stato indossando l’uniforme del corpo di polizia penitenziaria”.

Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.

Peraltro, la penalizzazione dell’introduzione e della detenzione in carcere di apparecchi di comunicazione, quali smartphone e telefonini vari, intervenendo dalla fine del 2020 a valle del fenomeno e non essendo stata preceduta né accompagnata da misure atte a prevenirlo, con il potenziamento degli organici del Corpo di polizia penitenziaria e la tangibile implementazione di apparecchiature ed equipaggiamenti, non ha fatto altro che aggravarlo. Paradossalmente, infatti, da quando l’introduzione e il possesso di telefonini in carcere costituisce reato, ne circolano molti di più. Questo perché ne è pressoché raddoppiato il prezzo di smercio, facendo aumentare i profitti e gli interessi per le organizzazioni criminali che ne organizzano  e  gestiscono i traffici", spiega   De Fazio.

"La Polizia penitenziaria, da troppo tempo, con più di 18mila unità mancanti ai fabbisogni organici, disorganizzata, con carenze strutturali, stremata nelle forze e mortificata nel morale deve far fronte a tutte le deficienze del sistema, che conta anche 15mila detenuti oltre la capienza massima. In queste condizioni è inevitabile che saltino i controlli, talvolta anche i più elementari, e che molto sfugga. Spesso, oltre che le droghe e gli smartphone, vengono rinvenuti anche grossi coltelli e altre armi rudimentali, senza contare la sparatoria di qualche anno fa a Frosinone. La politica e, in particolare, il Governo raccolgano questa ennesima denuncia della Procura di Napoli e ascoltino quello che anche noi invochiamo da tempo assumendo misure straordinarie e realmente tangibili per efficientare la sicurezza e la vivibilità delle prigioni nell’alveo del dettato costituzionale" conclude De Fazio.