Un viaggio che sembra uscito da un romanzo d'avventura, ma che in realtà è la cronaca di un'appassionata follia calcistica: è la storia di Mark Corbett, un 44enne inglese che ha vissuto un'autentica odissea per seguire la nazionale di calcio dell'Estonia in Azerbaigian.
Mark non è estone di nascita, ma vive a Tallinn e si è innamorato della nazionale baltica, al punto da unirsi all'associazione dei tifosi ufficiali, la Jalgpallihaigla. Quando si è presentata l'opportunità di visitare un nuovo Paese e seguire la squadra, Corbett ha prenotato un viaggio che si è rivelato molto più complicato del previsto.
L'inizio dell'avventura
Con l'entusiasmo di un esploratore, Corbett ha organizzato il suo viaggio partendo da Tallinn verso Roma e da lì volando a Baku, capitale dell'Azerbaigian. Tutto lasciava supporre che la partita della Nations League si sarebbe svolta nello Stadio Olimpico di Baku, già sede di grandi eventi sportivi internazionali, o al massimo nel vicino Tofiq Bahramov Republican Stadium. Con largo anticipo, aveva prenotato un alloggio in città, ignaro di una sorpresa che avrebbe stravolto i suoi piani.
Solo a pochi giorni dalla partenza, Corbett ha scoperto che la partita si sarebbe giocata al City Stadium di Gabala, un piccolo centro montano a cinque ore di macchina da Baku. La notizia non lo ha scoraggiato. "Che cavolo, troverò un modo!" ha raccontato con spirito alla BBC, pronto ad affrontare l'imprevisto.
Il viaggio verso Gabala
Il primo ostacolo è stato capire come raggiungere Gabala, visto che in quei giorni l'Azerbaigian celebrava una festa nazionale e tutti i mezzi pubblici, treni e autobus inclusi, erano sospesi. Grazie a un amico locale, Corbett è riuscito a trovare un passaggio in minibus, viaggiando con un gruppo di agricoltori e lo zio del suo contatto. "Un viaggio interessante", ha detto con ironia, descrivendo le strade come un alternarsi di moderne autostrade e tratti pieni di buche.
I servizi lungo il tragitto? Decisamente spartani. "Erano solo buche nel terreno con una puzza insopportabile", ha raccontato, ricordando l'essenzialità degli spazi in cui si fermava il minibus.
Lo stadio e lo spettacolo
Dopo ore di disagi, Mark è arrivato al City Stadium di Gabala, trovandosi tra i pochi spettatori presenti: appena 1.600 persone in una gelida serata. Grazie all'associazione Jalgpallihaigla e alla Federcalcio estone, aveva ottenuto un biglietto gratuito, ma la scena allo stadio era ben lontana da quella dei grandi eventi internazionali.
Il match tra Estonia e Azerbaigian è stato un classico 0-0, senza grandi emozioni da raccontare, ma l'atmosfera surreale e l'accoglienza della gente del posto hanno reso il tutto indimenticabile. "Mi dicevano che ero matto a viaggiare fino a qui", ha confessato ridendo.
Il ritorno
La strada del ritorno è stata meno avventurosa, ma non meno lunga. Corbett è tornato a Baku e poi ha ripreso il suo volo per Tallinn, portando con sé non solo il ricordo di una partita poco entusiasmante, ma anche la soddisfazione di aver vissuto un'esperienza unica. "Seguire la propria passione a volte significa accettare l'imprevisto e viverlo come un'opportunità", ha detto a chi gli ha chiesto cosa lo abbia spinto a un viaggio tanto improbabile. Il vero amore per il calcio non conosce confini geografici, ostacoli logistici o risultati sul campo.