Emergono nuovi elementi dagli atti dell'inchiesta che ha portato all'arresto di quattro persone per l'omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo. Aspetti legati, in particolare, all'interrogatorio sostenuto nello scorso mese di gennaio dal colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, all'epoca dei fatti soltanto indagato. Ascoltato per circa 11 ore, il militare rispose almeno trenta volte con “non so" o "non ricordo”. Su un aspetto, però, fu molto chiaro: Cagnazzo, infatti, spiegò che nelle ore successive all'omicidio di Angelo Vassallo aveva acquisito le immagini di un sistema di videosorveglianza sul porto dopo aver informato la Procura di Salerno e, quindi, ottenendo una formale autorizzazione.
Versione smentita dal pm Rosa Volpe, all'epoca titolare delle indagini che a marzo è stata ascoltata come teste. “Escludo che il colonnello Cagnazzo abbia rappresentato a noi inquirenti la sua intenzione di prelevare l'apparato di videoregistrazione”, la vesione fornita dal magistrato e che è stata confermata anche dall'allora procuratore capo Franco Roberti. Quella di Cagnazzo, dunque, per la Procura di Salerno fu “una impropria intromissione” nelle indagini e che sarebbe alla base del tentativo di depistare le indagini che viene contestato al colonnello.
A fine mese, intanto, è in programma l'udienza dinanzi al Tribunale del Risame per Cagnazzo, per l'ex brigadiere Lazzaro Cioffi e per l'imprenditore Giuseppe Cipriano. Ha rinunciato, invece, l'ex pentito Romolo Ridosso, protagonista di un interrogatorio di garanzia fiume.