Benevento

Nessun paziente viene abbandonato. Nessuno lasciato a se stesso in attesa di cure”. 
Così il direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Pio di Benevento, Maria Morgante dopo il caso sollevato dal sindaco Clemente Mastella di un paziente oncologico che aveva scritto un whatsApp al primo cittadino per denunciare i lunghi tempi di attesa nel pronto soccorso cittadino.

Mastella durante la presentazione degli eventi organizzati in città per la prevenzione sanitaria aveva reso pubblico quell'sms ed aveva tuonato: “l'ho inviato anche alla direttrice ma non ho avuto risposte”. Poi, sempre il primo cittadino era tornato sulla sanità ospedaliera anche ieri, durante l'inaugurazione della nuova sede di Noi di Centro.

Stamani la risposta del numero uno dell'azienda ospedaliera sannita prima della cerimonia religiosa per accogliere la reliquia sacra di san Francesco d'Assisi arrivata con i frati nel padiglione Rummo dell'ospedale di Benevento.

“Il pronto soccorso e l'ospedale in genere stanno registrando un boom di accessi e questo significa – ha rimarcato la Morgante – anche che siamo diventati più attrattivi che stiamo andando verso la giusta direzione e le persone si fanno curare qui. Al di là della cronica carenza di medici che interessa gli ospedali di tutta Italia, tanti però sono i codici verdi e i codici bianchi che arrivano in ospedale ma che potrebbero avere le cure dalla medicina territoriale. Per far fronte a questo abbiamo assunto medici per la gestione dei casi meno gravi dalle 8 alle 20 per non distogliere i medici strutturati per la gestione dei codici gialli e rossi”.

Altra questione che va ad incidere sulla sanità ospedaliera di emergenza è il problema strutturale. Un pronto soccorso concepito anni ed anni fa che oggi non risponde più a determinate e nuove esigenze: “Una migliore organizzazione del pronto soccorso si avrà con l'ultimazione dei lavori del nuovo padiglione per le emergenze sanitarie”.

Poi la risposta alle ultime polemiche: “I medici e tutto il personale non abbandona mai il paziente. I tempi di attesa dipendono anche dalla patologia del paziente che viene comunque monitorato costantemente fino a quando gli specialisti non decidono se dimetterlo o procedere con il ricovero.

Tutto è migliorabile, a partire da quello che è possibile. Tutto quello che non è immediatamente migliorabile rientra nella programmazione che stiamo portando avanti”.