La tragica morte di Santo Romano, avvenuta nella notte tra il primo e il due novembre a San Sebastiano al Vesuvio, continua a scuotere l'opinione pubblica e a richiedere un'attenta ricostruzione degli eventi da parte degli inquirenti. I nuovi video emersi gettano una luce cruda e inquietante sugli attimi immediatamente precedenti e successivi al dramma, rivelando una sequenza di immagini che parlano di paura, confusione e disperazione.
Gli attimi fatali
Nei filmati acquisiti dalle telecamere di sorveglianza e dai cellulari di alcuni testimoni, si vede Santo Romano, un ragazzo di appena 19 anni, cadere al suolo dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola al cuore. Una folla di giovani, sconvolta e spaventata, corre in tutte le direzioni, mentre alcuni degli amici del ragazzo si avvicinano disperati al suo corpo, cercando inutilmente di soccorrerlo. In uno dei video è visibile un'auto nera che si allontana rapidamente, lasciando dietro di sé una scena di caos e sgomento.
Un’altra angolazione mostra Santo, vestito con una maglietta bianca, che corre verso qualcuno o qualcosa nascosto dalla vegetazione. Pochi istanti dopo, l’auto nera, identificata come quella dell’omicida, fa inversione e si dilegua. La dinamica è frammentata, ma sufficiente per alimentare interrogativi e sospetti sulle reali motivazioni che hanno portato a questa tragedia.
La ricostruzione degli eventi
Le indagini proseguono senza sosta, puntando a chiarire le responsabilità e le circostanze che hanno condotto a questa morte assurda. Il 17enne che ha sparato, attualmente detenuto nel carcere minorile di Nisida, ha confessato il delitto, ma sostiene di aver agito per legittima difesa. Secondo la sua versione, sarebbe stato minacciato e si sarebbe sentito costretto a reagire. Tuttavia, gli amici di Santo raccontano una storia diversa: secondo loro, il giovane si sarebbe avvicinato all’auto solo per tentare di chiarire pacificamente un futile litigio scaturito da un banale incidente, quello di una scarpa calpestata.
Il 17enne accusato del delitto, secondo la versione fornita da amici della vittima, poco prima dell'assassinio, avrebbe estratto una pistola dai pantaloni, puntandola sotto il mento di un altro ragazzo con il quale stava discutendo. Poco più tardi l'episodio - una scarpa di valore pestata per errore - che ha scatenato la reazione dell'indagato e i due colpi di pistola esplosi, uno dei quali all'indirizzo di Romano.
Un amico del 19enne ha anche raccontato che Santo, prima di accasciarsi a terra privo di sensi, si sarebbe alzato la maglietta per mostrargli un buco che aveva in petto, il foro causato dal proiettile. L'indagato, che si era allontanato dopo il delitto, è stato rintracciato nel primo pomeriggio del 2 novembre in un'abitazione di Barra, a Napoli, in compagnia di un amico. Nell'appartamento è stata anche trovata della marijuana. Il 17enne si trova ora in un istituto penale per minorenni.
Un dramma che scuote Napoli
Questo episodio, purtroppo, non è un caso isolato nella cronaca nera recente della città. Napoli e la sua provincia sono state teatro di altri episodi di violenza tra giovani, spesso legati a contesti di degrado sociale e mancanza di opportunità. Negli ultimi mesi, altre vite sono state spezzate da conflitti che si sarebbero potuti risolvere con il dialogo. La vicenda di Santo Romano si inserisce in un quadro più ampio di allarme sociale, che richiede un intervento deciso delle istituzioni per prevenire e contrastare fenomeni di violenza tra giovanissimi.