Avellino

La chirurgia bariatrica, nelle sue diverse tecniche (sleeve gastrectomy, by pass gastrico, etc.) ha dimostrato effetti favorevoli per il controllo sul lungo termine dell’eccesso ponderale e delle complicazioni associate come il diabete del tipo 2.

L’ipoglicemia associata alla chirurgia bariatrica, e in particolare dopo la tecnica del by pass gastrico, è una complicazione che altera la qualità di vita e il cui controllo non è facile.

In effetti la fisiopatologia di questa complicazione è complessa per l’intervento di modificazioni importanti della cinetica di assorbimento del bolo alimentare, dei cambiamenti della secrezione delle incretine e di una secrezione di insulina troppo sostenuta in un contesto di perdita di peso corporeo e di miglioramento dell’insulino-resistenza.

Dal punto di vista delle terapie è stato dimostrato che l’acarbosio (che limita l’assorbimento dei glicidi) può ridurre la frequenza degli episodi ipoglicemici, ma con una cattiva tolleranza digestiva riferita dai pazienti. La canagliflozina inibisce l’assorbimento del glucosio a livello intestinale e a livello renale e riduce le escursioni post-prandiali del glucosio, dell’insulina, e delle incretine dopo la chirurgia bariatrica. Questi effetti sarebbero suscettibili di limitare le ipoglicemie post-intervento.

Per dimostrarlo i ricercatori propongono un’esperienza clinica randomizzata in doppio cieco e in crossover, nella quale la riduzione delle ipoglicemie post-intervento sarà analizzata nei pazienti trattati con canagliflozina o acarbosio, o con un placebo per un periodo di osservazione di 4 settimane. Nel corso di questo studio sarà studiata la sicurezza del trattamento e la risposta delle incretine. Se questa esperienza clinica dovesse risultare efficace, la canagliflozina potrebbe rappresentare un progresso terapeutico importante del problema complesso della gestione delle glicemie post- chirurgia bariatrica.

L'autore è Medico - Endocrinologo