Stefano Colantuono ha parlato in conferenza stampa: “Sto bene a Salerno, tra un po’ chiedo la cittadinanza. So bene che qualcuno non ha preso bene la mia chiamata. Spero di restarci a più lungo possibile. Il mio lavoro è sempre stato questo, avevo scelto il percorso da dirigente anche per un problema al ginocchio che mi aveva un po’ limitato nell’esperienza da campo. L’anno scorso resta un capitolo diverso, perché sembrava già tutto scritto con un campionato difficile e la decisione della società di non cambiare ancora. Sono qui da sei anni e spero di superare Bergamo dove sono stato per sette anni. Ora è tutto diverso: il campionato è tutto da giocare e per ricominciare a correre, uscendo da una classifica difficile. Si decide tutto nella seconda parte e possiamo rimettere in piedi ogni discorso. Ora però serve essere realisti: le aspettative di alta quota si scontrano con la classifica attuale. Non mi sento un allenatore di ripiego, qualcosa sulla schiena ce l’ho attaccata alla schiena. Essere il più vecchio del campionato un po’ mi disturba (ride, nda). Mi piace andare sul campo e provare a rimettere in corsa questa squadra, rispettando il lavoro di Martusciello che abbraccio perché so cosa significa andare via a campionato in corsa.
Cambio tattico? Serve parlare con i calciatori, capire la loro disponibilità. Ora conta parlare ai calciatori. Ho visto le prime partite, ho un’idea di quello che si può fare, capire se loro vorranno accettare un tipo di discorso che è diverso dall’imporre una cosa rispetto a credere in uno aspetto. Ma questo non significa che quello fatto prima è sbagliato, anzi. Ecco perché conta parlare alla squadra, rimodulare un po’ di cose senza passare repentinamente da un aspetto all’altro. La classifica di serie B è corta e bisogna tirarsi fuori subito dalla zona calda, sfruttando anche una piazza che spinge e che devono aiutarci, trascinandoli dietro e proponendo un certo tipo di discorso. Per quale obiettivo? Lo capiremo strada facendo, generalmente a gennaio-febbraio inizia a defilarsi tutto e noi dobbiamo provare a rientrare nel gruppo che è nella parte sinistra della classifica. Ora conta uscire fuori dalla zona rossa e poi rialzarci.
Difesa? A volte quando non vanno le cose ci sono tanti presupposti e non sono cose imputabili ai mister. Servirà lavorare sulla fase difensiva ma scienziati non esistono bensì solo lavorare sulla testa dei calciatori. Ora serve una scintilla, a partire già dalla sfida con il Sassuolo dove servirà fare una partita importante. La considero una finale, così come quella con la Carrarese. Al Mapei Stadium c’è da fare una partita da battaglia.
Spogliatoio? Chi mi conosce mi aiuterà a trasferire i miei messaggi, i miei metodi, la fame che ho ma anche i comportamenti che spero di poter vedere. Qui nessuno ha la formula della bomba atomica ma serve seguire la linea retta, con regole da tenere.
Staff? Ho la personalità per adattarmi e poter lavorare con chiunque. Non prevedo di fare cambiamenti, magari inserire solo una figura in più. Con quello attuale mi sono già sentito e non vedo problemi.
Rinnovo? Ne stavo parlando già con Milan. Poi se lo firmo a novembre o a dicembre non cambia niente. Voglio stare il più lungo possibile a Salerno perché sto bene, da dirigente mi sto divertendo, anzi tirare fuori ragazzi potrebbe rappresentare linfa vitale per il club. In passato ho avuto un’offerta importante dall’estero ma ho scelto di restare qui, creare il progetto che Iervolino mi aveva presentato”.