Benevento

Quando commenta una gara, il presidente Vigorito dice sempre che la parte tecnica spetta ad altri. Ma le sue riflessioni non sono mai banali e non sembrano minimamente quelle di uno che non sia non padrone della materia. Ospite di Ottochannel, il patron giallorosso ha iniziato ovviamente dalla sconfitta di Picerno: “Forse i nostri avversari hanno dato qualcosa in più, si sono galvanizzati contro la prima della classe, sono stati aggressivi su un campo dove controllare a lungo il pallone era molto difficile. Un pareggio non sarebbe stato un grosso peccato, ma il Picerno ha meritato di vincere. Prima che il nostro progetto giovane sia compiuto servono molte partite, ma sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto. Sperando di arrivare sempre più in alto, anche uno schiaffone di tanto in tanto fa anche bene. Lo abbiamo preso a Picerno, cercheremo di ridarlo a qualcun altro. Le altre? un'ecatombe”. 

LE CAUSE DEL KO. Le cause della sconfitta possono essere tante: “La fisicità? Ricordo tanti campioni non altissimi. E poi i nostri non sono certo bassi, media di 1,87-1,90. Forse a centrocampo siamo più piccoli, ma ci dimentichiamo che lì abbiamo fuori Nardi e Pinato, che avrebbero aiutato molto nei momenti di smarrimento di un giovane. Per l'attacco Perlingieri è alto 1,85 e pesa 84 chili, vi sfiderei a mantenerlo qualche volta, vi accorgereste che non è così piccolo. Il gruppo? Abbiamo 25 titolari. Qualcuno di loro domenica ha giocato meno bene perchè aveva avuto dei problemi in settimana”. Si disquisisce sulle eventuali colpe di questa sconfitta: “30-40 per cento credo sia stata colpa del campo. I cambi tardivi? Bè, non so. Quello che ha pesato è anche il maggior agonismo del Picerno e un aspetto psicologico. Le difficoltà oggettiva di Viscardi dopo l'ammonizione. Come per Prisco che potrebbe essere stato condizionato dalla diffida. Qualcun altro non era in giornata, come Lamesta che non riusciva a correre col campo che gli frenava la palla. La squadra è stata condizionata da queste cose”.

IL PROGETTO GIOVANE. Una chiosa sui giovani: “Sono ragazzi molto legati al territorio, sono qui da quando avevano 14 anni. Molto più bello creare un gruppo di giovani, anziché comprarli. Siamo soddisfatti, non solo per il primo posto, a cui pochi credevano (neanche io...). Per quello step che tutti aspettiamo, noi siamo convinti che ci sia stato, c'è già un progresso di crescita: per avere quell'esperienza in più che si chiede aspettiamo almeno un'altra decina di partite”. Ma come è nato questo progetto dei giovani: “Partitamo da Nunziante. Ce l'aveva chiesto la Roma offrendoci due milioni di euro. Era pronto? Hanno detto di sì. Come terzo portiere sarebbe stato inutile, come primo sarebbe stato un rischio. Ma gli abbiamo dato delle partite per capire se era davvero pronto e coprendoci con Manfredini, un professionista esemplare, il nostro paracadute. Nunziante farà degli errori come tutti i portieri, dal punto di vista psicofisico mi fa impressione (“… non è onesto passarmi advanti con quel suo metro e 96...”). Hanno detto che molti alla sua età non avevano le doti tecniche che ha lui. Lui ha capacità di migliorare ogni settimana, perchè la fase di apprendimento è più alta di quelli che hanno 30 anni, ci abbiamo provato. Il dubbio c'era anche col centravanti, che faceva caterve di gol con la Primavera, pressoché passeggiando. Il paracadute per Perlingieri? Abbiamo pensato a Manconi, anche se eravamo andati vicini ad un giovane (Artistico del Francavilla, ndr): volevamo fare due giovani per farne mezzo esperto. Il progetto nasce su un terrazzo di Napoli: dissi a Carli che 'figurine non ne compravo più, l'album voglio farlo d'accapo'. Quando siamo tornati dal ritiro, abbiamo rifatto la riunione: su Prisco, Auteri mi ha detto che era bravissimo, abbiamo preso Lamesta e Manconi, poi abbiamo aspettato. Ho chiesto se volevano che continuassi a fare calcio, anche fronteggiando cose che col calcio non avevano nulla a che vedere. Carli dopo qualche giorno mi disse che gli stava tornando l'entusiasmo che non aveva più”.

SERIE C. “Ad ottobre abbiamo scommesso, con la nostra faccia e con i nostri soldi: l'ultimo che voleva perdere a Picerno ero proprio io, domenica ce la metteremo tutta, giocheremo per vincere come sempre. Anche se dovesse venire il Napoli. Se la serie C non diventa un bacino per questi ragazzi quale può essere? Noi siamo partiti per far crescere i ragazzi non per vincere il campionato. Se poi vinciamo pure, saremo i primi ad essere felici. I difetti? Deve toglierli il tecnico. Ho sentito dire che ci vuole un bomber, ma abbiamo l'attacco migliore del campionato.

L'AMORE PER LA STREGA. Parole che sono un'autentica dichiarazione d'amore per la squadra giallorossa: “Anche un presidente di calcio riesce a dare il meglio, se è innamorato della squadra con cui ha a che fare. Almeno una volta al mese ho proposte da altre squadre, ma l'ho detto sempre: il giorno in cui lascio il Benevento lascio anche il calcio. Sul calcio sono monogamo. Qualcuno dice anche che se me ne vado via io è meglio. Se un giorno accadrà proverò a metterlo nelle mani di qualcuno migliore di me”. Non solo i cinque che sono in pianta stabile in prima squadra, dietro c'è di più... “Fuori abbiamo altri ragazzi ottimi come Sena, Veltri, Carfora che ha esordito in B: sono tutti utili al gruppo: hanno il sogno di diventare calciatori. E abbiamo una panchina in cui ci sono Agazzi, Acampora, Viviani, Meccariello, e abbiamo fuori Pinato e Nardi. Gente che ha fatto la B e la A, se li avessimo ripresi prima, già qualcuno sarebbe quell'elemento di esperienza che sembra mancare. In panchina teniamo la serie B. Ci stiamo assestando, qualche volta andiamo in affanno, ma capita a tutti”.

PERLINGIERI. Si era vociferato che il Benevento potesse chiedere di far giocare almeno il derby a “SuperMario”. Il presidente smentisce questo pensiero: “Il Benevento non farà alcuna richiesta. Il ragazzo ha avuto una reazione splendida all'arrivo della convocazione: ha detto “non vado da nessuna parte devo giocare il derby”. Ecco su questo ci sarebbe un po' da dire: la convocazione è arrivata il venerdì sera, alla vigilia della partita col Picerno. Detto questo, il regolamento prevede che se si richiede di non farlo giocare in un torneo ufficiale Uefa, la cosa avrebbe conseguenze serie, né possiamo certificare un malanno. Ci si è posto il problema di chiedere ma noi non possiamo dare il segnale di non poter rinunciare ad uno come Perlingieri, né farlo capire al ragazzo. Non sarebbe sportivo. Mi auguro che chi sostituisce Perlingieri possa fare gol. I giocatori devono fare la loro carriera: ho spiegato a Mario: “hai avuto un dono da Dio come la voce di un cantante, ma se non cresci farai sempre le feste di piazza”. Mi ha risposto “Vado e cercherò di fare il meglio”. Non chiederemo niente a nessuno”.

QUEL RITO CON LA CURVA. “La festa in curva dopo la sconfitta?. Come contro il Genoa o come quando siamo tornati in C, è l'aspetto meraviglioso della Curva sud, la capacità di apprezzare lo sforzo, di amare la maglia: merito della tifoseria e merito della squadra. Ne parlo spesso coi giocatori: loro non indossano una mutanda e una maglietta, ma i sogni di tutti quelli che sono allo stadio. Ricordiamo questo che dopo una sconfitta che nessuno voleva, siamo andati via con la convinzione che con un pubblico così e con i giocatori che salutano anche quando perdono, niente è vietato ed è bello sognare insieme.

QUATTRO DOMANDE. Le ultime domande arrivano daio tifosi. La prima è su Meccariello: “Meccariello sta dando molto ai compagni come esperienza: è molto stimato dall'allenatore e dai compagni, riteniamo che possa essere utile. Sta pagando l'inattività dopo l'infortunio”. Il mancato arrivo di una punta strutturata in estate: “Morra? Io e Carli non l'abbiamo chiesto, non era nei piani del Benevento. Per caratteristiche farebbe comodo a qualsiasi società, ma a me piaceva Artistico, che ha 20 anni e avere due ragazzi ci avrebbe fatto piacere. Il ragazzo aveva avuto la proposta della Juve Stabia, sarebbe stato onorato di venire a Benevento, ma la B era una sirena troppo forte. Ora però sta giocando molto poco”. Terza domanda: è possibile pensare ad una copertura totale dello stadio? “Abbiamo avuto 4-5 anni ad altissimo livello e c'era l'idea, poi è arrivato il Covid e l'abbiamo fatto da solo il campionato. La copertura porterebbe dei problemi, la condizione statica dello stadio, coprirlo con una copertura richiederebbe il ricalcolo della struttura portante oltre che lavori notevoli. A me piacerebbe ma è un progetto che cammina col progetto giovane. Ritornando in certe categorie ti aiuta come immagine complessiva, non è una promessa è una prospettiva che laddove il programma dovesse essere molto più lungo di quello che pensiamo allora si può anche fare. Ne ho parlato con tecnici fuori Benevento e c'è anche il consenso del sindaco. Io volevo fare un centro sportivo vicino allo stadio, come il restauro di quell'antica fattoria: gli applausi dei tifosi sono il motivo per ripensare a queste cose”. Quarta domanda: perchè nell'ultimo anno in B non si fece mercato a gennaio? “A gennaio – spiega ancora il patròn - avevano premuto tutti per portare Coda e lui era d'accordo a venire. Zangrillo me l'aveva dato, ma proprio in quella settimana ebbe la buona idea di fare dei gol e diventò incedibile. Spendere dieci milioni per un giocatore di 33 anni, col senno di poi aggiungo, meno male che non si concretizzò. Spendere tanti soldi sarebbe stato un investimento per vincere il campionato e non avremmo potuto farlo”.

IL DERBY E I TIFOSI. “A me chiude il presidente- dispiace che non vengano i tifosi avversari. E' bello sentire i cori dei tifosi, è l'essenza di un calcio che manca. Non è non far venire i tifosi allo stadio che si salva il calcio, ma se si trova un tifoso con un bastone invece che toglierglielo solo bisognerebbe che ci fossero anche dei provvedimenti. Spero che se vengono ci sia un grande spettacolo di sport. Vorrei sempre i tifosi negli stadi, è più bello vincere. Se dovessero venire accogliamoli come si accolgono degli ospiti, graditi o meno, offrendo loro il caffè. Non vengono? Facciamo tanto di quel casino da riempire lo stadio lo stesso non solo perchè è un derby ma perchè siamo insieme”.