Salerno

La diretta testuale della conferenza stampa di presentazione di Stefano Colantuono, neo tecnico della Salernitana dopo l'esonero di Giovanni Martusciello.

GIANLUCA PETRACHI

Partiamo dal presupposto che mi sarebbe piaciuto non fare una conferenza stampa per l'esonero di Giovanni Martusciello, va ringraziato per il lavoro che ha svolto, la professionalità, l'abnegazione e quello che ha subito. Si è partiti con grandi difficoltà, lui si è buttato a capofitto, ha dato più del 100% ma il calcio è spietato e si è legati ai risultati. E questo ha fatto si che questo trend fosse interrotto. Si è perso diverse partite, anche un po' allo stesso modo. Bisogna essere pragmatici e realisti ed ho capito che era necessario fare questo passo, anche perché la proprietà non era contenta dei risultati. Lo ringrazierò sempre, ha lasciato tanto di suo e questa squadra ripartirà da basi importanti. Spero che possa avere quella buona sorte che qui è venuta meno.

La scelta di Stefano Colantuono non è un ripiego per quel che mi riguarda. È una scelta che parte direttamente da me, non ho avuto imposizioni in merito. Con Stefano ho lavorato sei mesi, abbiamo fatto un percorso importante nel Torino. Stefano conosce totalmente questa squadra. Se avessi scelto un altro allenatore, sarebbe passato troppo tempo e noi questo tempo non l'abbiamo. Dobbiamo mettere in sicurezza la classifica, il nostro obiettivo è fare un campionato dignitoso, lottare. Stefano ha queste caratteristiche, è un pragmatico, dà semplicità. Questa squadra ha bisogno di cose semplici. 

Io sono convinto che noi possiamo riprendere il cammino che si era fatto all'inizio ed essere una mina vagante di questo campionato, i contenuti ci sono. Anche domenica ha provato a riprendere fino alla fine la partita. Forse deve avere un po' più di semplicità e spensieratezza.

Alcune criticità in termini di difetti le avevo constatate già due mesi e mezzo fa. Di queste criticità ne avevo parlato con lui. Ho cercato di dare il mio supporto, la mia esperienza. Io ritenevo che in serie B bisognava fare qualcosina di diverso, giocando anche in funzione dell'avversario. Il continuare a chiedere delle cose che, puntualmente, venivano fatte in parte non dava frutti. Se prendo sempre gli stessi gol, una domanda devo farmela. Si spera che con il lavoro si possa rimediare il tutto, ma non è andata così.

L'estate scorsa è stata uno tsunami, io sono partito con delle idee, volevo cambiare tutto ciò che si poteva cambiare. In serie B la prima perde con l'ultima, l'equilibrio te lo dà il pragmatismo. Questa squadra deve avere una mentalità di serie B.  

Adelaide è un box to box, sa fare sia trasmissione del gioco che interdizione. Purtroppo l'abbiamo visto poco, spero che da mercoledì possa essere aggregato in squadra. Certamente quando scegli una strategia devi avvicinarti alle richieste del tecnico, ma io credo che a questa squadra non manchino i contenuti per fare legna in mezzo al campo. Amatucci è il giocatore che recupera il maggior numero di palloni, non è tanto il tipo di giocatore quanto la determinazione e la cattiveria.

Qui tutti siamo in discussione, la cosa che mi dispiace è che ci vuole sempre onestà intellettuale nella vita. Se mi si dice che siamo la squadra con il quinto monte ingaggi più alto, io ho ereditato 5 calciatori che mi fanno un volume di 9 milioni lordi. Altrimenti avremmo un monte ingaggi molto più basso. Detto questo sono più agguerrito e motivato di prima. È evidente che a gennaio vedremo quello che si può fare.    

Il concetto di autonomia è avere un presidente presente. Io mi auguro di averlo al mio fianco nel mercato di gennaio in maniera attiva, sono convinto e mi auguro che sarà così. 

Bisogna essere ambiziosi, deve far parte di ognuno di noi. Iervolino è ambizioso, pensare di fare la B è qualcosa che lo mortifica. A volte noi dobbiamo essere bravi a fare i pompieri, questa è una squadra che come si infiamma tende a deprimersi. Io in quel momento non sono stato molto contento dei messaggi che sono passati. Dissi a Martusciello che volevo entrare nello spogliatoio e tranquillizzare tutti, vedevo troppo entusiasmo. Perché con i proclami non si va da nessuna parte. Guardo l'ambizione. Forse la squadra si è sentita più forte di quello che era, ci siamo specchiati un po' troppo. Ma sono convinto che questa squadra possa resettare e giocare in maniera più sporca. 

STEFANO COLANTUONO

Il mio lavoro è sempre stato questo, in questi anni ero stato frenato un po' da un problemino fisico e avevo deciso di dedicarmi al settore giovanile. L'anno scorso è una storia diversa, la proprietà mi aveva chiesto di dare una mano fino alla fine. Questo è il mio sesto anno a Salerno, ho un rapporto speciale con la proprietà, mi sono messo a disposizione. Quest'anno è diverso, credo ci siano tutte le possibilità per ricominciare un certo tipo di discorso, senza fare voli pindarici. Conoscendo bene questo campionato, so che si decide tutto nella seconda parte. Ho accetato serenamente la sfida, non mi sento un allenatore di ripiego, anche perché qualcosina dietro le spalle ce l'ho anche io. Sono il più vecchio della serei B. A me piace lavorare, andare sul campo e provare a rimettere in corsa questa squadra, rispettando il lavoro di chi c'era prima. Mando un abbraccio a Martusciello, non deve sentirsi rammaricato di nulla, fa parte del nostro lavoro. Prenderò spunto da quello che ha fatto e si riparte. 

Dovrò adattarmi al materiale che ha a disposizione, che possa diventare una difesa a tre è un'ipotesi, così come lo è che possa restare a quattro. Vedremo.

Ho visto delle partite, un'idea me la sono fatta ma dovrò sviluppare le idee con chi dovrà interpretarle. Io non dico che quello che è stato fatto prima è sbagliato, ma dovrò parlare con la squadra per capire se quel tipo di richiesta che ho in mente riescono a metterla in pratica. 

Ci sarà da lavorare, alcuni calciatori hanno reso al di sotto delle loro potenzialità. Per noi la partita con il Sassuolo sarà una finale. Poi vedremo bene cosa dovremo fare con la Carrarese. 

I calciatori che conosco potranno aiutarmi a far capire la filosofia, io sono un allenatore a cui piace l'ordine, il rispetto delle regole, mi piace che ci sia disciplina. I vecchi in questo potranno essermi d'aiuto ma niente di straordinario. Qui bisogna fare un discorso che sarà quello: c'è una linea retta da seguire. 

Lo staff: c'era già uno staff rodato, a me questo non crea problemi. Mi adatto e si adattano, credo di avere un minimo di personalità per lavorare con chiunque. Due anni fa avevo ereditato lo staff di Castori, anche l'anno scorso non ho fatto grandi cambiamenti. Vedremo con il direttore per capire se c'è la possibilità di portare un'altra figura.

Io già stavo ragionando con la società per il rinnovo contrattuale, era una richiesta che avevo già fatto a Milan. Poi se lo firmo a novembre, piuttosto che a dicembre è lo stesso. Stavamo già pianificando perché io a Salerno voglio starci il più a lungo possibile. Non è un discorso legato all'aspetto economico ma perché qui si è creato un legame forte, sto bene, mi trovo bene con i tifosi. Avevo avuto offerte anche dall'estero, importanti. Ma ho deciso di restare a Salerno perché c'è un progetto importante.