Confermata dalla Corte di appello la sentenza, impugnata dalla Procura e dalla parte civile, con la quale il 15 settembre 2022 il gup Maria Di Carlo, al termine di un rito abbreviato, aveva assolto, per il mancato raggiungimento della prova, A. C., 22 anni, di Tocco Caudio, accusato di violenza sessuale ai danni di una 18enne di Montesarchio, affetta da un lieve ritardo mentale. Si tratta di una vicenda finita al centro delle indagini dei carabinieri, che avevano tirato in ballo anche un 18enne di Tocco, la cui posizione era poi stata archiviata.
L'imputato era stato colpito nel dicembre 2021 dal divieto di avvicinamento alla parte offesa disposto dal gip Pietro Vinetti per un episodio che sarebbe accaduto il 30 maggio.
La ragazza , parte civile con l'avvocato Antonio Leone, aveva riferito che in mattinata avrebbe incontrato il18enne, conosciuto in una chat, con il quale avrebbe avuto un rapporto consenziente perchè lo considerava il suo fidanzato, dandosi poi appuntamento in serata. Una uscita con più persone, perchè a loro si erano aggiunti l'allora 19enne ed altri due amici.
Tutti a bordo della macchina del 18enne, fino ad Airola, dove due passeggeri erano scesi, lasciando la 18enne in compagnia dei due tocchesi. Ancora un giro in auto, anche dinanzi al cimitero di Airola, poi la vettura avrebbe raggiunto una zona isolata e poco illuminata in territorio di Moiano, alle spalle di un locale.
A differenza del 19enne, rimasto nell'abitacolo, il conducente sarebbe sceso con la ragazza ed avrebbe avuto un altro rapporto con lei, ancora consenziente. Ai due si sarebbe poi aggiunto il 19enne, che, mentre l'altro si era allontanato, risalendo in macchina, avrebbe approfittato della giovane: l'avrebbe toccata pesantemente e, di fronte al suo rifiuto, l'avrebbe tirata per i capelli e costretta ad un rapporto orale .
I tre erano poi ripartiti alla volta di Airola, dove erano passati a prendere gli altri due. Infine, dopo un ulteriore giro ed anche una pizza consumata insieme, tutti a casa, dove lei aveva descritto ai genitori ciò che le era capitato. Da qui la corsa all'ospedale Rummo, dove aveva ricevuto le cure del caso, poi la denuncia e l'avvio dell'inchiesta, scandita da un incidente probatorio e, infine, dal divieto applicato al 19enne, per il pericolo di reiterazione del reato.
Comparso dinanzi al Gip, l'allora indagato aveva escluso di aver costretto la ragazza a praticargli un rapporto orale. Non è vero, ci siamo soltanto toccati e basta, aveva affermato, mentre il suo legale aveva sottolineato le incongruenze esistenti nelle dichiarazioni rese in più momenti dalla giovane.
A seguire, il processo di primo grado, poi quello di appello, nel corso del quale il pg aveva chiesto la condanna a 6 anni del 22enne, nei confronti del quale la parte civile aveva sollecitato la dichiarazione di responsabilità: diverse le conclusioni dei giudici, che hanno confermato l'assoluzione.