Napoli

 "Lo Stato per me è processi, forze dell'ordine, provvedimenti restrittivi. E ho sempre perso con lo Stato, anche quando scoppiò il caso della rimozione del murale dedicato a mio figlio: lo hanno tolto, ok, lo Stato ha vinto, ma io vedo ancora tanti ragazzi armati in giro". A parlare a Il Mattino è Anna Elia, MADRE di Renato Caiafa (il 19enne che ha sparato e ucciso - lui sostiene per un tragico errore - Arcangelo Correra), e di Luigi Caiafa, che a 17 anni fu ucciso, la sera del 4 ottobre 2020, durante una rapina: gli agenti in borghese spararono quando lui estrasse una pistola giocattolo senza il tappo rosso. Anna Elia è anche la vedova di Ciro Caiafa, che fu ammazzato in un agguato di camorra a casa sua. Anna Elia dice che suo figlio Renato è "un bravo ragazzo". È stata lei ad accompagnare il figlio in Questura dopo l'omicidio. "Ci sono troppe armi in giro", spiega. "Mio figlio - aggiunge - ha compiuto da poco 19 anni, si arrangia a fare l'aiutante pizzaiolo. Quando lo chiamano, va a lavorare. Cinque anni fa ha perso suo fratello Luigi e il padre in pochi mesi. Mi ha detto che si stavano passando la pistola tra le mani come si passano le figurine dei calciatori e in quel momento è partito un colpo che ha centrato Arcangelo alla fronte. L'ho portato io in Questura. Poi Renato mi ha detto di andare da Antonella, la MADRE di Arcangelo, e di spiegarle che era stato un tragico errore, che non voleva". "Chi possiede un'arma - conclude - ha soldi, perché le pistole costano, e mio figlio non ne aveva di soldi. Lavorava a giornata in pizzeria, poi ci chiedeva 10 o 20 euro per la benzina di tanto in tanto. Non poteva essere sua quell'arma. Sono MADRE di un ragazzo ucciso e vedova di un uomo morto ammazzato, non gliel'avrei mai consentito di custodire una pistola".