Santa Maria Capua Vetere

La sentenza della corte di Ccssazione che, respingendo il ricorso della procura, ha confermato la riammissione in servizio di 23 agenti della polizia penitenziaria nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, sospesi a seguito dei fatti dell'aprile del 2020, è una buona notizia per la piena legittimazione del corpo di polizia penitenziaria che continua a subire da anni troppi attacchi palesi ed occulti.

Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato polizia peniteziaria sottolineando che a più di tre anni si ripetono sentenze e ricorsi con l’effetto che a pagare preventivamente sono gli agenti penitenziari, nonostante il riesame del tribunale di Torino ha riqualificato i fatti contestati facendo decadere il reato di tortura.

Per noi - continua - è sempre più urgente la modifica radicale del reato di tortura (non l’abolizione), poiché così come previsto, di fatto impedisce di compiere qualsiasi tipo di attività di contrasto alle violenze che quotidianamente interessano tutti gli istituti del Paese.

Si tratta contestualmente di incrementare le pene per i detenuti autori di aggressioni e violenze che invece per la gran parte restano impuniti, stilare chiare linee guida e protocolli per la gestione degli ingaggi che prevedono l’uso della forza fisica, nel caso sia necessario ripristinare l’ordine e la sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie, senza incorrere nel rischio di essere incriminati per reato di tortura.

La situazione è sfuggita al controllo dello Stato: Il numero di aggressioni agli agenti, in poche settimane, ha superato il 180% in più dello stesso periodo dello scorso anno, con conseguenze sempre più gravi per gli agenti, le rivolte sia nelle carceri che negli istituti per minori sono aumentate del 50%, le evasioni e i tentativi di evasioni hanno subito un incremento esponenziale; il ritrovamento di droga e di telefonini è pressoché quotidiano; in aumento inchieste e provvedimenti contro gli agenti in attuazione della norma sul reato di tortura: la situazione ha ampiamente superato il livello di sopportazione, con il rischio che ci possa essere una prima vittima fra il personale