Otto anni, 10 mesi e 20 giorni, contro i 10 anni chiesti dal pm Flavia Felaco, il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, e una provvisionle di 10mila euro alle parti civili.
E' la condanna con rito abbreviato decisa dal gup Pietro Vinetti per Ludovico Lepore (avvocato Fabio Ficedolo), 53 anni, una delle quattro persone di Benevento coinvolte nelle indagini del pm Giulio Barbato e dei carabinieri sulle torture di cui sarebbero rimasti vittime tre giovani sanleuciani. Le altre tre: Antonio Barone, 48 anni, il figlio, Vincenzo Cinque, 25 anni- entrambi assistiti dall'avvocato Antonio Leone - ed Emanuele Ucci (avvocato Luca Russo), 23 anni, sono invece già a giudizio.
Nel mirino degli inquirenti, come è ampiamente noto, il trattamento degradante e le botte che avrebbero subito un 21enne (soprattutto), un 20enne e, in misura minore, un 17enne, parti civili, rispettivamente, con gli avvocati Fabio Russo, Nazzareno Fiorenza e Luca Cavuoto. Le accuse a vario titolo: tortura aggravata dalle lesioni (per quanto sarebbe stato fatto al 21enne ed al 20enne), sequestro di persona, rapina e tentata rapina.
Tutto sarebbe iniziato nella tarda serata del 17 dicembre 2023, quando, su consiglio di un amico, i tre sanleuciani si erano recati presso l'abitazione di Barone a Benevento per fare pace dopo una lite scoppiata nelle sere precedenti , in un locale, con il figlio, portando anche un cestino di salumi: un regalo da offrire come segno di cortesia.
uando il 20enne ed il 19enne (all'epoca) – il 16enne, rimasto in macchina era poi stato 'invitato a raggiungerli- ,erano entrati nell'appartamento, di cui sarebbe stata chiusa la porta a chiave le cose sarebbero però andate diversamente, perchè al 20enne, accusato del furto dell'orologio di colui con il quale si sarebbe scontrato, sarebbe stata chiesta una somma di denaro come risarcimento. Dopo un tentativo di prelievo attraverso l'App del cellulare, il 20enne, mentre l'altro sarebbe rimasto in ostaggio nell'abitazione, avrebbe provato a fare l'operazione prima a Benevento, poi presso uno sportello a San Giorgio del Sannio, riuscendo a consegnare 250 euro.
Era stato lungo il rientro in città che i carabinieri avevano bloccato la macchina, notando il 20enne che presentava segni di violenza sul volto, con Ucci e Lepore, che avevano sostenuto di essere andati a prenderlo dopo una rissa. Da qui un'attivivtà investigativa che avrebbe permesso di ricostruire cosa sarebbe accaduto nella notte tra 17 ed il 18 dicembre nella casa di Barone, dove il 20enne ed il 19enne– al minore era stata data la possibilità di andar via -sarebbero stati sequestrati per diverse ore , percossi e torturati, anche con l’uso di armi, tra cui coltelli ed un manganello. Sarebbero stati sottoposti ad un trattamento “degradante per la loro dignità”, con calci alla testa, con le sedie e il manganello, sarebbero stati colpiti con il coltello e costretti a pulire il loro sangue ripetutamente.
Li avrebbero minacciati, simulando di bucare loro le mani. Uno dei giovani aveva perso anche conoscenza, appena si era ripreso gli avrebbero ordinato “di muoversi carponi sul pavimento e di emettere i versi di un cane”. A causa dei calci ricevuto, gli avrebbero provocato “una defecazione spontanea, costringendolo poi a stare sulbalcone per il cattivo odore che emanava”. Accuse che alcuni degli allora indagati avevano respinto durante l'interrogatorio successivo all'esecuzione, a marzo, di una ordinanza di custodia cautelare.
(foto di repertorio)