Avellino

Prendiamo atto di aver avuto un genio come sindaco, perché alla giovane Laura Nargi riconosciamo la buona fede della lealtà. Qualcuno, molto più importante di noi, la definiva l'ottimismo della volontà. Poi faceva riferimento anche al pessimismo della ragione, ma Gramsci avrebbe esortato la nostra sindaca a provarci. Avendo a mente che governa la città e non gestisce sedute di psicoterapia. Le intuizioni del fu sindaco Festa (temporaneamente, toccate e scongiuri fatti) saranno pure state geniali ma la differenza tra una grande visione amministrativa e la risacca che si ripete inconcludente è sotto i nostri occhi, da anni.

Basta allargare l'orizzonte di un attimo e vedere cosa ha significato la visione politica di Vincenzo De Luca primo cittadino per rendersene conto. Ha rivoltato Salerno ridandole, prima di ogni cosa, un decoro urbanistico. E ha posto le basi di programmi a lungo termine che, ancora oggi, con lui impegnato come governatore, raccolgono frutti. Pensiamo alle luci d'artista e ai balbettii dell'allora sindaco di Avellino, che annunciò urbi et orbi un Natale da far impallidire Salerno. Com'è andata veramente lo lasciamo alla vostra memoria.

La differenza tra visione e risacca?

Salerno ha il mare e lo ha valorizzato come meglio poteva. Avellino ha un polmone verde e il Fenestrelle e lo sta distruggendo. Da anni. Negli ultimi mesi è in atto una colata di cemento senza precedenti. Alle spalle di corso Europa, in pieno “parco” Fenestrelle, è stato alzato un muro scudo imponente, mai visto, parte della ricostruzione di un edificio.

E se è vero che tutto avviene in modo lecito e nell'ambito di regole urbanistiche, vale la pena soffermarsi a riflettere sul perché, allora, proprio l'assessore all'Ambiente va in giro a raccontare che la città punterà tutto sul verde e sul parco Fenestrelle? O vogliamo parlare della casa colonica di fianco alla caserma dei Vigili del Fuoco che sta per diventare un condominio a diversi piani. Il parco dove sta? Chi se ne sta occupando?

Tra una intuizione e l'altra, qualcuno capisce che si sta distruggendo l'unica risorsa che questa città potrebbe cambiarla e non renderla una Ponticelli qualsiasi? Tra una seduta di psicoterapia e l'altra per calmierare patologici gigantismi, qualcuno in consiglio può portare una parola nuova, immaginare uno scenario e non correre solo e sempre dietro a incompiute decennali? Perché dopo il centro autismo, c'è il tunnel, i prefabbricati del terremoto, i buchi neri della ricostruzione, la dogana.

L'archistar per lo stadio e neanche una riunione in un sottoscala con l'Ordine degli Architetti per vedere cosa fare? Ma che razza di professionisti ci ritroviamo? Muti e signor sì?

Se la risposta è sempre cemento, bastano i capocantieri. A Laura Nargi ricordiamo che l'occasione è qui e ora. Ed è nelle sue mani. Lasci il passato e gli amici geniali agli psicoterapisti. Faccia la sindaca, a modo suo.