Montemiletto

Vertenza Mondial Group s.r.l. a Montemiletto, l'onorevole Giancarlo Giordano interroga il Ministro allo Sviluppo economico. "La Mondial group srl, azienda che si occupa della realizzazione di vetrine verticali ed orizzontali per tutti i settori della distribuzione alimentare, per la ristorazione e per le industrie delle bevande, opera in Italia con due siti produttivi a Mirabello Monferrato (AL) e ancora per poco a Montemiletto (AV) e, con diversi impianti siti in Francia, Romania, Turchia, Thailandia, Marocco e Messico;
dal 1998 questa azienda si è insediata a Montemiletto col nome di Mondial Elite s.r.l. e nel 2006 per effetto di una procedura di fusione, con Framec spa, voluta dai soci si è estinta ed incorporata nell'odierna Mondial Group s.r.l; nel giugno 2013 l'azienda, in regime di cassa integrazione straordinaria già ottenuto la concessione per il biennio, chiede la modifica del programma, allo scopo di acquisire nuove fette di mercato con prodotti innovativi, in 46 virtù del progetto di finanziamento di ricerca e sviluppo, legge n. del 1982, con la promessa di interventi di riammodernamento impiantistico e innovazione tecnologica: dal luglio 2014, scaduta la concessione di cassa integrazione per ristrutturazione si procede con accordi di cassa integrazione ordinaria per sopperire a periodi di mancanza di commesse e nel mese di settembre rientra l'amministratore Franco Monico, con la sfiducia dell'amministrazione aziendale, e le sue conseguenti dimissioni; a seguito delle suddette dimissioni è subentrata una nuova amministrazione che dopo appena un mese ha visto la contestuale dimissione dei neo componenti, portando la società a optare per la designazione di un amministratore unico; lo stabilimento di Montemiletto, sotto gestione    dell'amministratore unico Franco Monico ha continuato a operare in regime di cassa integrazione ordinaria passando da una produzione di circa 14.000 (quattordicimila) del 2014, quando a gestire l'azienda c'era il vecchio consiglio di amministrazione, a circa pezzi 2000 pezzi prodotti; il giorno 29 luglio 2015 l'azienda ha convocato tutte le maestranze dello stabilimento in una sala aziendale e davanti a tutti ha dichiarato la chiusura dello stabilimento irpino, ovvero la messa in mobilità di 74 lavoratori su 77; nel mese di agosto fino al 14 settembre 2015 l'azienda era in regime di cassa integrazione ordinaria, e proprio in quella data ha invitato a mezzo di raccomandata A/R la comunicazione di apertura procedura di mobilità ex articoli 24 e 4 223, consegnata alla rappresentanza sindacale legge 23 luglio 1991, n. unitaria a mezzo posta il 19 agosto 2015, per 71 unità su un totale 77 addetti". Sulla scorta di queste valutazioni Giorndano, anche in considerazione del fatto che l'Irpinia è interessata da un lungo periodo di crisi produttiva e occupazionale che sta aggravando le già storiche condizioni di difficoltà socio-economiche delle popolazioni locali, ha chiesto di sapere "quali urgenti iniziative intenda intraprendere il Ministro  per impedire che l'azienda prosegua nella procedura di licenziamento già avviata, affinché vengano mantenuti gli attuali livelli occupazionali accedendo alla cassa integrazione straordinaria per crisi o in alternativa ai contratti di solidarietà, con pagamento diretto da parte dell'Inps, considerato che l'azienda ha ottenuto diversi finanziamenti riconducibili ai fondi strutturali europei ai sensi della legge n. 1783 del 17 settembre 2012, per del 1982 con decreto di concessione per un importo di circa due milioni di euro".

Redazione